Abbiamo
atteso che iniziasse questo A.S. 2014/2015 con la sincera speranza che i fatti
smentissero le nostre più nere previsioni a proposito del riordino dei Corsi
Serali e dell’Istruzione degli Adulti in generale.
Abbiamo
ingenuamente immaginato che, dopo averlo a ragione contrastato, tale riordino
partisse almeno con tutte le carte in regola:
-
con la struttura
sistemata ed il personale opportunamente aggiornato;
-
con le reti di
servizio tra i vari soggetti scolastici avviate e ben consolidate;
-
con le commissioni
per il patto formativo individuale già formate ed operanti;
-
con i libretti
personali e i patti formativi individuali già sottoscritti ed in mano agli
studenti;
-
con le linee guida
chiare su cui veniva illustrato almeno un esempio di organizzazione didattica
per gruppi di livello;
-
ecc.
Insomma,
abbiamo ritenuto, come è normale e giusto ritenere, che si partisse almeno essendo
preparati e pronti!
Questa
nostra ingenua illusione poggiava sul fatto che era legittimo aspettarsi
risultati efficaci dal lavoro del Gruppo Tecnico IDA (per le linee guida) e
dalla “Sperimentazione Assistita” con cui, nel corso dell’a.s. 2013/2014, si è voluto
provare sul campo l’organizzazione di nove CPIA scelti in altrettante Regioni
del territorio nazionale.
Ora,
il Gruppo Tecnico Ida si è rivelato la proverbiale montagna che ha partorito il
topolino. Se diamo un’occhiata alle linee guida (e noi ce le siamo addirittura
studiate) appaiono minimali e di scarsa utilità pratica mentre ci si aspettava
che fosse uno strumento chiarificatore di tanti punti del Regolamento. Vi
troviamo un’accozzaglia di ovvietà, la ripresa di concetti triti e ritriti, la
ripetizione degli stessi concetti, tal quale (copia e incolla), già presenti
nel Regolamento. L’unico apporto operativo e concreto è rappresentato dalle
tabelle su cui viene dettagliata la suddivisione delle ore per le varie
discipline (per ogni specializzazione)
derivanti dall’abbattimento al 70% delle ore dei corrispondenti corsi diurni,
per il qual risultato, meramente contabile, certamente non era necessario un
consesso di Esperti. Ad esempio, è inutile che sulle linee guida si ribadisca
che il 20% dei percorsi si possano fare anche on-line (questo ce lo dice già il
regolamento), in esse sarebbe stato opportuno scrivere in che modo, con quali
mezzi, in quali periodi, con quali docenti e per quali utenti. Ancora, è
inutile ribadire l’opportunità di organizzare la didattica modulare non più per
classi ma per gruppi di livello (il principio è già espresso nel regolamento);
occorreva chiarire definitivamente il concetto scrivendo come superare
l’organizzazione per classi (quando ancora gli organici vengono assegnati in
funzione di queste) indicando con esempi concreti l’organizzazione dei gruppi
di livello. Sappiamo bene (per averci provato) che è veramente difficile
progettare ciò ma proprio per questo l’assenza di indicazioni concrete sulle
linee guida contraddice la funzione delle stesse. E poi, piuttosto che indicare
i titoli di quanto andava inserito sul libretto personale dell’alunno, dalle
linee guida ci si aspettava un concreto modello di libretto e magari la
concreta indicazione delle modalità di individuazione e verifica dei crediti
formativi. Risulta chiaro che senza questi concreti contributi le linee guida
non assolvono il loro compito, appunto, di guida al processo di riordino.
Abbiamo
il sospetto che la critica da noi espressa fosse già nella consapevolezza dello
stesso Gruppo Tecnico (o almeno, per onestà intellettuale, nella mente dei suoi
maggiori esponenti) se, come è vero, partì da loro l’esigenza e la proposta
della sperimentazione assistita forse con la speranza che emergessero dal
territorio le soluzioni concrete atte a colmare le lacune delle linee guida.
I
risultati delle sperimentazioni assistite non sono a tutti noti, o non ci sono
o sono insignificanti o disomogenei, in ogni caso sicuramente inutili
altrimenti si sarebbero precipitosamente riversati, quale modello da seguire,
nelle singole istituzioni scolastiche. Le sperimentazioni assistite,
certamente, un risultato lo hanno mostrato e cioè la grandissima difficoltà
(praticamente una “missione impossibile”) a porre in atto il modello
organizzativo previsto oltretutto “senza oneri per le Finanze Pubbliche” e
quindi, semmai, la logica conseguenza sarebbe dovuta essere quella di
soprassedere e studiare un’altra forma di riordino per migliorare la qualità
dell’Istruzione degli Adulti. Ma si è deciso di compiere comunque il salto nel
buio!
Noi
abbiamo seguito più da vicino la sperimentazione in Puglia partecipando a tutti
i convegni ed eventi mediatici messi in atto per diffondere entusiasmo fuori
luogo ed inopinato ottimismo. Il risultato ad oggi (con l’anno scolastico ormai
abbondantemente avviato) è che i CPIA individuati dalla Regione Puglia non
hanno ancora un codice meccanografico, ad essi sono stati assegnati Dirigenti o
di prima nomina o di scarsa esperienza e, persino il primo e, almeno inizialmente, entusiasta Dirigente del CPIA
sperimentale, da tutti ritenuto, come era logico, il naturale prosecutore della
sua esperienza con la dirigenza del 1° CPIA di Bari, è stato sostituito,
non si sa perché, da un altro Dirigente. I docenti dei CTP continuano a dipendere
amministrativamente dagli Istituti di provenienza. Quindi questi CPIA sono
colpevolmente fermi, le reti territoriali di servizio, individuate solo sulla
carta e attraverso una scandalosa suddivisione territoriale basata unicamente
sulla consistenza numerica dei soggetti ma senza alcun riguardo alle distanze
ed alle contiguità di zona (suscitando il disappunto ed il malcontento generale
anche perché i promessi 4 CPIA a Bari si sono ridotti a 2), non sono mai state
avviate di fatto. Tutto tace. Non ci sono indicazioni. Nessuno assume
responsabilità. Come se non fosse cambiato nulla. Salvo che nel frattempo
l’anno è cominciato con la riduzione d’orario fino alle classi quarte mentre,
per le quinte la scelta tra vecchio orario ed orario ridotto era facoltativa,
tanto per aggiungere, con qualche grado di libertà in più, confusione a confusione.
Inoltre la decimazione delle cattedre c’é stata ed è stata pesantissima.
Nonostante quanto previsto nella C.M. n. 36 del 10/04/2014 e cioè “...per i percorsi di secondo livello (ex
corsi serali)...la prevista riduzione dei quadri orari...non comporterà
riduzione della dotazione organica e le eventuali economie potranno essere
utilizzate prioritariamente per lo sviluppo dei percorsi di secondo livello e
in via subordinata per altre esigenze delle Istituzioni di Secondo Grado.”,
abbiamo assistito al trasferimento di docenti del Corso Serale in cui insegno in
altra sede lasciando una penuria di organico tale da compromettere seriamente un’adeguata
organizzazione e lo sviluppo dei nuovi percorsi come, ad esempio, l’avvio di quei
percorsi di eccellenza più brevi riservati ai i capaci e meritevoli e a chi è
in possesso di molti crediti formativi (come richiederebbero sia il Regolamento
che le linee guida con i così detti gruppi di livello). Ad ulteriore
aggravamento della situazione è intervenuto l’USR Puglia che operando tagli
indiscriminati (per ridurre la spesa pubblica quando ancora ci riecheggiava nei
cervelli l’annuncio del Premier RENZI che avrebbe investito sulla scuola) ha
preso di mira prioritariamente i Corsi Serali azzerando i primi bienni per cui
non si capisce chi e su quali basi deve certificare l’assolvimento del primo
periodo didattico del secondo livello. Di questo sono diretto testimone poiché
al Corso Serale dove presto servizio non è stata concessa la prima classe
nonostante il consistente numero di iscritti la maggior parte dei quali si sono
presentati puntualmente a scuola fin dal primo giorno. Ci stiamo ancora
amaramente chiedendo se è questo il riconoscimento del merito a questo Corso
Serale (dichiarato dallo stesso MIUR) per aver saputo condurre al conseguimento
del diploma il marò SALVATORE GIRONE (trattenuto in INDIA per le ormai
notissime vicende) grazie al notevole impegno (anche extrascolastico) dei suoi
docenti per la necessaria attività didattica on-line; grazie alla perfetta
organizzazione da loro studiata e messa appunto (per la prima volta) dell’Esame
di Stato on-line; grazie alla indubitabile bravura dell’eccezionale candidato
ma anche, e soprattutto, grazie alla flessibilità del Progetto SIRIO che,
opportunamente utilizzata come in questo caso, si è dimostrata vincente. La
risposta che ci viene più ovvia è la constatazione che in questo Paese è, da
tempo, in atto la gara a distruggere ciò che funziona e a demotivare chi
lavora. In questo generale stato di abbandono ogni Istituzione Scolastica si
arrangia come può. Ogni Istituzione Scolastica, in assenza di chiare direttive,
è costretta ad interpretare a suo modo, magari a seconda delle proprie esigenze
o convenienze, quanto previsto dal Regolamento che è ormai legge dello Stato. Così
aumenta la confusione, il disorientamento, l’ingiustizia e la percezione di una
diffusa illegalità. Vediamo Corsi Serali che, inopinatamente espropriati del
primo biennio e con le famose Commissioni non ancora definite ed operanti, sono
praticamente costrette ad accogliere tutti in terza anche in assenza della
prevista certificazione. Ciò configurandosi quale ingiusta disparità di
trattamento con quanto avviene o potrebbe avvenire per gli alunni di altri Corsi
Serali. Poi ci sono quelli che, attraverso una larga interpretazione di quanto
effettivamente previsto dal Regolamento solo per i più capaci e meritevoli,
promettono, nei loro manifesti informativi, improbabili riduzione dei tempi.
Alla faccia della serietà degli studi, di tutte le belle parole profuse sul miglioramento
della qualità dell’Istruzione degli Adulti e, soprattutto, alla faccia della
tanto strombazzata necessità di introdurre finalmente la “meritocrazia” in
questo Paese. Ma ormai ci stiamo abituando a vederci proiettati in pratica, con
ogni nuova riforma, esattamente nel verso opposto a quello dichiarato a parole
e nelle intenzioni.
Abbiamo
pensato, anche sperato, che la situazione descritta fosse solo in Puglia ma,
consultando molti colleghi in tutta Italia, giungiamo alla conclusione che
purtroppo la possiamo considerare abbastanza generalizzata.
Allora
ci vengono alla mente tutti i momenti in cui abbiamo previsto e messo in
guardia pubblicamente tutti sulla catastrofe a cui andavamo incontro. Pensiamo
a tutte le volte in cui abbiamo denunciato che l’unico vero obiettivo di tale
riordino era contabile (unico obiettivo sicuramente già raggiunto) e che nulla
importava seriamente della qualità dell’I.D.A.. Non è un caso se anche i più
strenui difensori (commoventi ingenui sognatori) di questo stravolgimento si
dimostrano delusi di come siano andate le cose.
Per
il bene del nostro Paese, della Scuola Serale Pubblica, dei nostri alunni e per
amore del nostro lavoro, abbiamo sinceramente sperato di risultare, nei fatti,
appartenenti alla schiera dei “gufi”, inguaribili pessimisti che vedono tutto
nero, e a quella delle “cassandre” che prevedono sciagure. Ma i fatti ci
consegnano, purtroppo, alla schiera dei “chiaroveggenti” e la cosa che ci
lascia sgomenti è la constatazione di quanto sia facile smascherare la malafede
o prevedere il fallimento di costoro che pretendono di governarci e di
progettare il nostro futuro!
Nazzareno Corigliano*
* Presidente del
Comitato per la Difesa e la Promozione della Scuola Serale Pubblica e Docente
del Corso Serale SIRIO dell’IISS “G. Marconi” di Bari