giovedì 27 agosto 2009

BARI: LETTERA APERTA AL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE, ON. MARIASTELLA GELMINI, E AL MINISTRO DEL LAVORO, SEN. MAURIZIO SACCONI





Bari, 24 luglio 2009

Gentile Signora Ministro della Pubblica Istruzione onorevole Mariastella Gelmini,
Gentile Signor Ministro del Lavoro, della Salute, delle Politiche Sociali, senatore Maurizio Sacconi,


ci stupisce ancora una volta leggere di iniziative, varate dal Governo che Voi Signori Ministri rappresentate, intraprese per far fronte alla crisi economica soprattutto di quelle persone in difficoltà che rischiano di perdere il proprio posto di lavoro o che lo hanno già perso, ed apprendere, poi, che nei fatti le Scuole Serali pubbliche, Istituzioni già strutturate su tutto il territorio nazionale e preposte a svolgere azioni per la crescita umana e professionale di chi le frequenta, oggi più che mai vengono ferite a morte. Ci dispiace dirlo, ma fino ad ora nessuno si è davvero sprecato a ricordare il ruolo svolto dalle Scuole Serali pubbliche nella nostra cara Italia. Forse perché questa Istituzione incarna quella Società poco conosciuta, civile, silenziosa, laboriosa, di minoranza, che spesso ha perso e perde, ma non per questo deve essere "cassata" senza il diritto di essere ascoltata, senza un minimo di dibattito o confronto pubblico. Essa rappresenta un organismo molto complesso, non identificabile con gli stereotipi di Scuola su cui ricade tutto il dibattito e l'attenzione mediatica. Nonostante tutto, ed alla luce delle ultime decisioni governative, le deboli speranze di sopravvivenza di questo complesso organismo hanno convinto oltre tremila cittadini italiani a sottoscrivere un appello - manifesto per la difesa e la promozione delle Scuole Serali pubbliche, appello a cui non è stato corrisposto fino ad oggi nessun riscontro, almeno da parte del Ministro Mariastella Gelmini. Ci chiediamo, e Vi chiediamo: ma davvero le Scuole Serali, nella presente crisi, non rappresentano una interessante occasione di spunto per rilanciare un corposo programma di welfare to work? Alla luce della situazione reale, noi riteniamo che il tema della Scuola Serale sia importante soprattutto per creare sinergie fra il Governo, le imprese, i lavoratori in difficoltà e i disoccupati. L'esigenza di una azione di potenziamento, di rafforzamento e di promozione dell'educazione e dell'istruzione in tutto l'arco della vita, e a tutti i livelli, appare imposta dalla natura stessa dei problemi socio-economici del nostro tempo e che debbono essere affrontati con determinazione. Problemi che, per i fenomeni ai quali si riferiscono (riqualificazione professionale, disagio sociale, integrazione multiculturale) e per le loro implicazioni sul piano culturale ed economico, non hanno confini e debordano anche dal quadro nazionale. Non occorre ricordarVi che gli effetti laceranti degli squilibri generati dalla perdita del lavoro e dal desiderio di costruire un futuro migliore, tendono a diffondersi attraverso una catena di reazioni sociali in vaste aree metropolitane, come è testimoniato, ad esempio, dalla maggior parte di chi frequenta la Scuola Serale pubblica di secondo grado, che spesso proviene dai comparti industriali e dal terziario in crisi. Sarebbe bello se il Governo che Voi Signori Ministri rappresentate, riuscisse ad avviare azioni sinergiche, anziché “lisergiche”, con un programma orientato al welfare to work che mettesse al centro del dibattito il tema dell'educazione degli adulti e dell'educazione permanente. Siamo convinti che un siffatto programma coinvolgerebbe ed appassionerebbe migliaia di lavoratori, disoccupati, extracomunitari, donne in difficoltà, pensionate e pensionati, che, se potessero scegliere in una ampia e plurale offerta formativa, sceglierebbero il percorso di crescita, di riscatto e/o di riqualificazione, che più si confà alle loro peculiarità, alle loro aspettative. Noi siamo convinti e uniti nel ritenere che attraverso la Scuola Serale pubblica, ricca, plurale e diversa così com'è nei suoi indirizzi di studio e nelle diverse specificità, si possano restituire buone speranze per un futuro migliore a migliaia di cittadini in difficoltà. Siamo, altresì, sicuri che le norme emanate recentemente impediranno il diritto allo studio a quelle persone che, per necessità, pur avendo già un titolo di studio dovranno riqualificarsi, e conseguire nuove specializzazioni di studio. Pertanto intravediamo negli ultimi disposti legislativi in materia di Scuole Serali un vero e proprio "corto circuito dell'esistente" che non consentirà la realizzazione di una incisiva politica che possa neutralizzare e contrastare il disagio e le disparità sociali. Riteniamo, e abbiamo buone ragioni da spendere, che le azioni di welfare to work incardinate intorno all'EDA, possano essere importanti leve per interventi in profondità, strutturali, se tengono conto del presente, di quanto è già radicato sul territorio, di quanto appartiene al nostro vissuto, di quanto è stato conquista civile come la Scuola Serale. In attesa che la fine dell'inizio evolva in un drammatico inizio della fine, noi continueremo ad interrogarci sulle ragioni del perché la Scuola Serale pubblica debba essere ridotta ad un mero centro in cui saranno certificate delle competenze. Queste sono, tutto sommato, alcune riflessioni e inquietudini di chi, almeno fino all'ultimo istante, spera in un gesto intelligente, nell'impossibile.

spes contra spem

prof. Nazzareno Corigliano
Presidente del Coordinamento Nazionale per la Difesa e la Promozione
delle Scuole Serali Pubbliche

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