lunedì 9 maggio 2011

LETTERA DI UN COLLEGA!

Riceviamo e, volentieri, pubblichiamo l’e-mail inviataci dal prof. Lucio Biekar, coordinatore dei Corsi Serali dell’Istituto "Carli" di Trieste:
Gentile Presidente, sono il prof. Lucio Biekar e sono il coordinatore dei Corsi Serali del Carli di Trieste. La nostra Scuola Serale è la maggiore di gran lunga di tutto il Friuli Venezia Giulia con 300 iscritti all’anno e tra i 50 ed i 60 diplomati, con medie lusinghiere, attorno al 73/74 all’Esame di Stato. Già da due anni la Scuola di cui facevamo parte è stata smembrata ed accorpata ad altro Istituto per far posto, così ci hanno detto, ad una nuova autonomia che si sarebbe occupata dell’Istruzione degli Adulti, autonomia a noi affidata in quanto scuola leader non solo in città. E già da due anni il sottoscritto assieme a Dirigenti, Coordinatori ed Ispettori Ministeriali partecipa ai Convegni regionali istituiti per strutturare nei dettagli il futuro, all’interno delle linee della Riforma. E’ da tempo nota la feroce battaglia che i CTP conducono per scippare il biennio alle serali e trovare linfa di iscrizioni, non è chiaro con quali titoli trattandosi di Scuola Superiore. La stessa stesura del Regolamento con due ambigui bienni lascia aperta la porta alle peggiori ipotesi. Dal mio punto di vista l’istituzione dei Centri come unica Scuola rendeva inutile ogni polemica. Leggo solo ora la notizia sul suo sito della probabile divisione tra biennio e triennio con quest’ultimo lasciato alle scuole di appartenenza. In pratica si lascia tutto come prima salvo portar via il biennio alle Superiori per affidarlo ai CTP. Ma non solo. Noi qui abbiamo già programmi e progetti per costruire una Scuola unica assieme a tutte le altre realtà del territorio, fondendo corsi e insegnamenti nell’unica Scuola in modo da garantire, probabilmente addirittura risparmiando, una molteplicità di offerte formative ora impensabili fintantoché le Scuole che le fornirebbero sono divise. In parole semplici se ho due corsi asfittici per iscrizioni in due Scuole separate, agendo sulle discipline comuni, posso mantenerli entrambi se parte della stessa Scuola. La forza e l’idea base della Riforma doveva essere quella di unire tante piccole forze. Da quanto sento invece le già piccole forze verrebbero ulteriormente divise con il risultato di rendere impraticabili i Corsi Serali. Noi, forti dei nostri numeri, siamo tra le poche scuole a vantare un organico di diritto riservato e sufficientemente solido e radicato, portatore di una consolidata professionalità, mentre le altre Scuole Serali della provincia sono minime appendici dei Corsi diurni dove si mandano insegnanti in esubero. Tutto questo verrebbe rimesso a nuovo con un solido Centro unico ma tutto questo verrebbe messo in discussione da queste ridicole notizie che sembrano un assalto alla Diligenza di una Riforma tutto sommato positiva, assalto che mette in pericolo le idee stesse di base per piccoli interessi di bottega. Sempre in parole povere, con un biennio in meno che fine farebbero gli organici di diritto della Serale? Ed esisterebbero ancora poi? E’ perciò straordinario sentire i commenti positivi sul vostro sito di fronte a decisioni di così corto respiro e di così miope visuale. Addirittura si parla di saggezza. A mio parere la risposta del Ministero è relativa ad un periodo di transizione iniziale, almeno spero che sia così, in caso contrario sarebbe opportuno che tutti gli attori di questa vicenda aprano gli occhi e non solo sul problema dei tagli e dei soldi ma sull’opportunità che deve venir data seriamente agli adulti. Fa specie inoltre che dell’educazione degli adulti si occupino, e solo in modo marginale, i Sindacati della Scuola, mentre dei Corsi per lavoratori dovrebbero essere un impegno delle OO SS di tutti i lavoratori, ma questo temo sia un altro discorso anche se la miopia centra sempre. Con i miei migliori saluti, mi ritenga comunque a disposizione per contributi di qualunque tipo dagli studi di settore a proposte di regolamento ad osservazioni e contributi al dibattito in atto.

Successivamente, il prof. Biekar ci ha inviato le seguenti ulteriori precisazioni:

L'organizzazione del Centro. A mio parere non è possibile che non sia centralizzata, ferma restando la possibilità e, dal punto di vista laboratoriale, la necessità di delocalizzare sul territorio le attività. Il cuore della Riforma è infatti la possibilità agendo sui moduli di mettere assieme per certi insegnamenti comuni studenti di corsi di tutti i tipi; il risparmio negli insegnamenti di questo tipo si riflette in positivo nella possibilità di utilizzare i fondi risparmiati per insegnamenti di settore, anche con un numero basso di studenti, possibilità che ad oggi è negata dalle normative sui limiti di iscrizioni per singole Scuole. Ciò comporterebbe la possibilità di mantenere un arco più ampio di opportunità per lo studente ed in ultima analisi un probabile aumento degli iscritti ed in definitiva di risultati in termini di educazione degli adulti. Sento le lamentele dei docenti delle materie comuni che avrebbero meno corsi a disposizione, ma si rifletta che questa struttura crea situazioni che altrimenti non esisterebbero. Se è l'obbiettivo del Governo di recuperare posizioni sull'educazione degli adulti, è un obbiettivo perseguibile nei termini anzidetti, diventa irrealizzabile con la paventata separazione biennio/ triennio e con l'indebolimento in termini di iscrizioni e di organici dei Corsi Serali. La delocalizzazione può essere attuata ovviamente attraverso convenzioni mirate con gli Istituti scolastici sul territorio, convenzioni su due direttrici. La prima obbligata per l'uso dei laboratori specifici alla cui frequenza potrebbero essere dedicate giornate specifiche nella Scuola che ne dispone. In questo caso verrebbero organizzate giornate di sole materie comuni nella scuola di riferimento e giornate laboratoriali sparse negli Istituti convenzionati. Secondariamente, in realtà dal territorio esteso, sarebbe possibile creare una delocalizzazione anche delle giornate comuni suddividendole tra Scuola Polo ed Istituti convenzionati. E' inoltre possibile prevedere la costituzione di corsi integralmente online per tutti i lavoratori che non possono garantire la frequenza (residenza in zone troppo lontane, problemi di famiglia che non consentono di allontanarsi da casa, lavoro a turni) Il tutto può uscire solo su Scuole dai grandi numeri. E' però evidente che strategie e management devono essere unici, come unici devono essere soprattutto gli organici. Si tratta come detto di una visione che va nel verso dell'ottenimento di risultati nell'interesse del Paese e dei lavoratori, non certo nella difesa di interessi di settore.

RISPOSTA:

Il prof. Lucio Biekar, che nella sua premessa dichiara la posizione di forza del suo Istituto nel settore dei Corsi Serali mentre in un altro periodo sostiene che tutti gli altri Corsi Serali della sua provincia sono “minime appendici dei Corsi diurni dove si mandano insegnanti in esubero” e quindi ha di fatto avviato un CPIA centralizzatore in assenza di un regolamento di riferimento, merita una risposta puntuale ad alcuni suoi asserti che evidenziano una visione tanto ottimistica quanto superficiale della vicenda.
Innanzi tutto non è vero che “da tempo, i CTP conducono una feroce battaglia per scippare il biennio alle serali”. La realtà dei CTP è molto più complessa e diversificata sul territorio nazionale. Solo alcuni CTP del nord (es. Torino) sono una realtà “agguerrita” che hanno fortemente voluto i CPIA proponendo per essi i famigerati percorsi POLIS e puntando a tutta la scuola serale e non ai soli bienni. Noi abbiamo sempre criticato tali proposte dequalificanti. In altre realtà i CTP sono molto meno rappresentati sul territorio e per lo più collaborano in rete con gli Istituti Superiori dotati di Corsi Serali rimanendo ciascuno nel proprio ambito. Queste diverse realtà già sono per noi un primo problema nel passaggio alla gestione comune di un CPIA poiché diversi interessi settoriali potrebbero portare ad una non uniforme qualità della Istruzione degli Adulti. Riguardo al fatto che, secondo il prof. Biekar, avremmo definito saggio l’estirpazione dei bienni dai Corsi Serali, si tratta di un’osservazione che non possiamo accettare poiché è un’interpretazione che stravolge il nostro pensiero e il cardine della nostra lotta. Noi siamo CONTRARI AI CPIA e all’idea di scippare i Corsi Serali agli attuali Istituti. A leggere attentamente quanto avevamo scritto (articolo IL MIUR RISPONDE!) noi ritenevamo e riteniamo saggia la decisione di lasciare sia i trienni che i bienni nelle loro attuali sedi tanto che proponevamo, al limite, i CPIA ma senza i Corsi Serali. Quindi ribadiamo di essere in accordo con il prof Biekar nel ritenere insano separare i bienni dai trienni ma non concordiamo nel volerli estinguere buttandoli “virtualmente” in un CPIA.
Successivamente, il nostro interlocutore, vuol convincerci sulle cifre di un congruo aumento dell’offerta formativa grazie ai CPIA e sull’efficace accorpamento degli iscritti per le materie comuni e allo smembramento con trasferimento, nella giornata laboratoriale, per le materie professionalizzanti con possibilità, secondariamente, di prevedere anche dislocazioni per le materie comuni. Quindi, ci viene da osservare che, i CPIA potrebbero diventare CSA cioè Centro Smistamento Alunni. E ancora il prof. Biekar ci promette che con tali manipolazioni si avrebbero risparmi che, lui garantisce (non si capisce in base a quale contesto normativo) verrebbero reinvestiti nel settore consentendo possibilità diversamente insostenibili. Tutte quantità, cifre, risparmi, ottimizzazioni, non scorgiamo mai la parola qualità. Siamo convinti che la Qualità dell’Istruzione degli Adulti il prof. Biekar la ritiene implicita nella sua osannata organizzazione dei CPIA, ma è proprio su questo che noi nutriamo fortissimi dubbi e scorgiamo invece preoccupati la progressiva dismissione del servizio.

1 Ricordiamo al prof. Biekar che quella che lui definisce “Riforma tutto sommato positiva” è partita con un comma, quasi invisibile, di una legge finanziaria a dimostrazione chiara che l’obiettivo primario era il risparmio di spesa pubblica incidendo su un settore debole e indifeso apparentemente lontano, come egli stesso sostiene, persino dagli interessi delle OO.SS.
2 In ogni altro dispositivo normativo successivo, sia già in vigore che in via di approvazione, si pone ossessivamente l’accento sui TAGLI, di ore, di cattedre e di sedi; mentre in nessuno di essi si specifica che il conseguente risparmio sia da reinvestire nel settore, come dà per scontato invece il prof Biekar.
3 Riteniamo che la massima efficienza didattica e quindi la migliore qualità la possa offrire una scuola che abbia, al suo interno, una completezza di risorse in uomini e mezzi. La precarizzazione degli uni o degli atri non può che peggiorare la qualità dell’istruzione e favorire l’insuccesso con conseguente dilatazione dei tempi ma a danno degli studenti.
4 Consideriamo di qualità un’istruzione unitaria che non faccia distinzione d’importanza tra materie umanistiche e tecniche e offra a pari livello materie “comuni” e “non comuni”. L’accorpamento di classi per le materie comuni crea di fatto maggiori difficoltà d’apprendimento di tali discipline rilegandole alla lunga a ruoli marginali e di secondaria importanza. Situazione, per altro, auspicata da quanti propugnano l’opportunità di avere per gli adulti un’istruzione “più leggera e pragmatica” e “priva di fronzoli”. Diciamo per questo che noi dovremmo essere invece favorevoli all’arricchimento e non all’impoverimento culturale.

Con ciò, non vogliamo disconoscere il fatto che il settore abbia bisogno effettivamente di un riordino. Semplicemente non crediamo che la strada dei CPIA sia quella giusta e anzi la vediamo tortuosa e di incerto approdo (a meno che non si voglia fare dei CPIA dei luoghi per la promozione e diffusione delle offerte formative delle scuole serali pubbliche, per il riorientamento professionale dei cittadini e per l’integrazione/orientamento degli stranieri che desiderassero intraprendere un corso di studi). Noi abbiamo fatto le nostre proposte e molte altre siamo in grado di fare per migliorare sicuramente il settore nell’interesse dell’utenza e dello Stato. Infine vogliamo dire al prof. Biekar, a cui riconosciamo senza alcun dubbio passione ed onestà intellettuale e con cui vogliamo continuare un proficuo dibattito, che fanno ormai parte consolidata della nostra esperienza la molteplicità di riforme, nel nostro paese, promettenti al varo e poi disattese e fallimentari nella pratica. La scuola, in particolare, è stata subissata di riforme, controriforme e riforme delle riforme, ma sempre a costo zero o con obiettivo tagli. Ciò non è serio e, temiamo, nulla di buono ci aspetti per una “riforma” dell’Istruzione degli Adulti che già in partenza non è per niente limpida né chiara.
La situazione non ci consente facili entusiasmi!

prof. Nazzareno Corigliano