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Lo
scorso 2 Agosto, in un incontro con i Sinadacati, è stata presentata
l’ultima versione del regolamento riguardante il varo dei CPIA (per
scaricarlo cliccare su “regolamento”). Il documento è stato
consegnato con la previsione che sarà discusso e approvato, in
seconda lettura, dal Consiglio dei Ministri del prossimo 23 Agosto
per essere poi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 29 Agosto
(tempistica eccellente!).
Come
si può facilmente capire, già da una rapida lettura, i contenuti
sono peggiori del previsto e si conferma essere stato vano ogni
appello al buon senso e al raziocinio.
Risultano evidenti:
la
mera logica contabile tesa al taglio radicale come unico spirito
guida del, così detto, rinnovamento;
l’atteggiamento
punitivo e dissuasivo verso gli adulti che decidono di tornare in
formazione;
la volontà di chiudere
definitivamente i Corsi Serali (data stabilita per la “consegna
delle chiavi” il 31 Agosto 2015)
l’assoluta mancanza di un
disegno serio e funzionale capace di farsi carico, con reale
efficacia, dell’istruzione degli adulti.
Ad esempio è punitivo e
privo di lungimiranza continuare a negare il rientro in formazione a
chi è già in possesso di un diploma, in quanto ovviamente
bisognerebbe favorire in ogni modo la riqualificazione.
Ad
esempio non è serio continuare a proporre un monte ore curriculare
pari al 70% delle ore del diurno. Il 70% è solo un numero! Quando fu
proposto (nella prima bozza di regolamento) al diurno le ore erano
36/38 e il 70%, pur rappresentando una pesante riduzione, lasciava
comunque agli adulti 25/27 ore settimanali. Oggi, dopo la “riforma
Gelmini”, le ore al diurno sono diventate 32 e continuare,
ciecamente, a riproporre il 70% significa pretendere di formare
diplomati con corsi di 22
ore settimanali.
Ora, tutti coloro che insegnano nei corsi serali, sanno bene che, se
attualmente 28 ore settimanali (con tutto il riconoscimento dei
crediti formali e non formali del SIRIO) sono insufficienti a
concludere i programmi, 22 ore sono semplicemente ridicole, con tutta
la riorganizzazione, la modularità, la “trasfusione” e la
“telepatia” che ci vogliamo mettere: è
impossibile! A meno di far pagare agli utenti con una dilatazione dei
loro tempi la riduzione dell’offerta. Pertanto
facciamo appello ai Ministri del Consiglio di riflettere seriamente
prima di approvare in seconda lettura! SI LEGGA!
Facciamo
notare inoltre a tutti i colleghi la scelta dei tempi per
l’approvazione di cotanto regolamento (ciliegina sulla torta)
volutamente coincidente (dopo anni di attesa) con il periodo in cui
le scuole non sono presidiate da quei lavoratori che più volte hanno
chiesto di essere ascoltati (senza ricevere alcuna risposta) prima di
ogni decisione allo scopo di apportare, con la loro esperienza sul
campo, quelle correzioni capaci di evitare lo scempio.
Sia
chiaro che non può bastare al Governo l’atto di aver consegnato ai
Sindacati il regolamento. Tutti i sindacati CGIL, CISL, UIL e SNALS
hanno accettato silenti questo regolamento, in qualche caso con
compiacimento, unica la CGIL ha proferito una qualche blanda e
insufficiente critica. Tutti si sono autoinvitati a prendere parte
alla redazione delle linee guida ritenendo, a nostro avviso
erroneamente, di poter intervenire in quella fase a raddrizzare ciò
che è palesemente storto sin dalle fondamenta.
Noi diciamo con chiarezza
che non ci sentiamo rappresentati da Sindacati che affrontano in tal
modo il problema! E, se non vediamo cambiamenti di rotta, siamo
pronti al ritiro delle deleghe.
Da questo momento siamo
tutti allertati e pronti ad ogni ragionevole azione di contrasto atta
a prevenire la morte della Scuola serale pubblica!
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