lunedì 16 giugno 2008

I "governi" passano ma i problemi restano. Il Ministro Mariastella Gelmini sarà l’eccezione che confermerà la regola?

È trascorso un anno da quando il nostro Comitato avviò una campagna di denuncia-informazione contro il tentativo, dell’allora governo di centro-sinistra, di azzerare CTP e Scuole Serali e rimpiazzarli con un organismo provinciale (Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti) più valido, secondo loro, nel centrare gli obiettivi posti in essere dalla Conferenza di Lisbona del Marzo 2000.
Non ci volle molto per capire che la manovra era, invece, un intervento politico avente come unico scopo quello di far risparmiare allo Stato sulla spesa dell’istruzione, mediante l’intervento in un settore come l’EDA che è: 1) sconosciuto alla maggioranza della popolazione che per questo non si sarebbe affatto allarmata, 2) con un organico docente esiguo e instabile e perciò, almeno in apparenza, incapace di creare seri ostacoli all’iter della legge.
I fatti, invece, sono andati diversamente e la proposta di portare l’EDA al suo lento ma inesorabile declino è stata almeno frenata (per ora) grazie alla nostra azione di denuncia e a quella dei numerosi colleghi che in tutta Italia si sono impegnati per ostacolare la “riforma”.
I documenti pubblicati in questo blog permettono di ripercorrere le tappe di quest’azione e di valutare gli obiettivi che essa si proponeva (e si propone) di raggiungere.
In questa operazione di denuncia sociale per la salvaguardia dell’istruzione, uno dei diritti dell’uomo, abbiamo più volte affermato che i corsi serali e i CTP non possono essere traghettati verso scenari organizzativi innovativi tout court senza aver prima avviato un serio dibattito sulle reali, urgenti ed indispensabili esigenze del settore (e che l’esperienza sul campo ha permesso di focalizzare). Le improvvise innovazioni, invece di attivare processi più efficaci ed efficienti, rischierebbero solo di cancellare quanto di positivo l’EDA ha conseguito fino ad oggi.
Ma è un dato di fatto che proprio i rappresentanti delle istituzioni, della passata legislatura, più impegnati sul fronte scolastico hanno rinunciato ad interloquire su ciò. Facendo salvo l’ex Presidente della VII Commissione Cultura della Camera dei Deputati (on. Pietro Folena), nessuno degli interlocutori istituzionali a suo tempo in carica, come l’on. Giuseppe Fioroni (Ministro della Pubblica Istruzione dal 18 luglio 2006 al 7 maggio 2008) o l’on. Mariangela Bastico (Viceministro della Pubblica Istruzione), ha cercato almeno di capire le ragioni di questa protesta.
…Fortuna che la scuola “era” uno degli obiettivi programmatici più importanti della coalizione di centro sinistra della scorsa legislatura…se non lo fosse stato chissà a che cosa saremmo andati incontro!!!!!
Che le cose non siano andate come i politici avevano promesso è sotto gli occhi di tutti gli operatori della scuola; ma nessuno si sarebbe mai aspettato di dover intraprendere un’azione per difendere e sostenere l’EDA, quando ormai il diritto all’educazione permanente è stato riconosciuto come uno di quelli di cui l’uomo non può mancare.
Inoltre l’on. Fioroni non è riuscito a portare gli stipendi degli insegnanti a livelli più dignitosi…ma questi crede che, mostrando pubblicamente rammarico per questo fallimento, possa esonerarsi da giustificazioni in merito? È chiaro: gli insegnanti hanno giudicato del tutto negativo il suo operato; egli dovrebbe innanzitutto chiarire il perché di questa e di tante altre scelte impopolari del suo dicastero, tra cui i seguenti esempi eclatanti: la tentata e poi fallita abolizione delle graduatorie permanenti (trasformate in graduatorie ad esaurimento), la non immissione in ruolo di tanti precari nel prossimo anno scolastico (non è stato firmato il relativo decreto), l’omissione della specificità dei corsi serali nel recente decreto sul recupero debiti formativi.
Fioroni per voltare questa brutta pagina, si fa per dire, ha preferito impegnarsi in Commissioni parlamentari (IV Commissione Difesa) per nulla concernenti i problemi della scuola: egli ha preferito farsi dimenticare.
Intanto resta irrisolto il problema del potenziamento dell’EDA; si spera fortemente in un positivo intervento del governo in questo settore.
I nostri rappresentanti politici devono sapere che Ctp e Scuole Serali sono “vitali” e che la loro offerta formativa è più che mai attuale.
Esattamente due mesi fa il nostro Istituto ha avviato un progetto in rete (CTP e scuole serali) che, non a caso, abbiamo voluto intitolare “Risorsa scuola”. Esso è rivolto ad adulti del territorio privi di un diploma di scuola secondaria di 2° grado. “ Risorsa scuola” permette di conseguire un attestato con il quale gli adulti possono iscriversi al secondo anno di una qualsiasi scuola serale per il conseguimento del diploma. Si è riscontrato un forte entusiasmo negli adulti che stanno frequentando i corsi, i quali hanno giudicato “ottima” la qualità degli insegnamenti impartiti; insomma la ricaduta positiva che il progetto sta avendo sul loro modo di essere nella società (per fare un esempio minimo, tutti hanno imparato ad utilizzare internet e la posta elettronica) ci sorprende; vale la pena riportare la frase che è stata ripetuta più spesso dai corsisti: “ se avessimo conosciuto prima la “realtà” della scuola serale, avremmo ripreso gli studi molto tempo prima”.
Il punto dolente è questo: l’offerta formativa delle scuole serali è sconosciuta alla maggioranza della popolazione adulta che continua ad avere un’idea distorta della scuola serale. Molti credono che la scuola serale sia la semplice riproposizione delle scuole del mattino in cui la maggior parte del lavoro didattico deve essere svolto a casa. Sbagliano. Si ignora che nella scuola serale le diverse problematiche lavorative e/o familiari occupano un posto rilevante, e infatti l’offerta formativa viene progettata sulla base di queste problematiche affinché sia possibile per tutti raggiungere il successo scolastico (che per un adulto non può essere ancora rinviato).
Dunque “scuola serale” è sinonimo di “flessibilità”, ma anche di “competenza”. Lo studente è al centro della azione didattica e motivato costantemente nel raggiungimento degli obiettivi didattici programmati sia con un’attività di tutoraggio attento alle problematiche interne ed esterne, sia con l’ausilio di iniziative di sostegno allo studio permanenti.
In estrema sintesi è emersa la peculiarità dei corsi serali: essi devono essere considerati come “strumenti insostituibili” per lo sviluppo dell’educazione in età adulta.
Attenzione: le scuole serali non sono “ i diplomifici” che i sindacati vogliono far credere! Questa è una “sciocca etichetta” usata per screditarne l’immagine, che, tuttavia, offende sia i docenti che vi lavorano che gli stessi lavoratori-studenti che con stoica abnegazione riprendono gli studi abbandonati da molto tempo.
Le scuole serali hanno bisogno di maggiore visibilità sociale! Esse necessitano di acquisire una equilibrata autonomia dalle scuole del mattino, questo per la loro evidente specificità, tuttavia senza stravolgerne l’assetto e soprattutto la loro presenza capillare nel territorio perché solo questo può garantire una risposta concreta ai bisogni inalienabili del cittadino più in difficoltà.
Cosa chiediamo, allora, all’attuale Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca?
Chiediamo di rilanciare le scuole serali, di renderle note alla popolazione adulta o in difficoltà, e infine di restituire ad esse quella dignità che il famigerato art. 1, comma 632 della legge 296/06 (legge finanziaria 2007) stava massacrando.
Ai colleghi impegnati in questa perenne e concitata “azione di lotta”, chiedo di non desistere e di tenersi pronti per intervenire qualora l’eccezione auspicata nel titolo tardi a manifestarsi o non si manifesti affatto.
Domenico Piperis