martedì 14 ottobre 2014

AS 2014/2015, “PARTONO” I CPIA !?

Abbiamo atteso che iniziasse questo A.S. 2014/2015 con la sincera speranza che i fatti smentissero le nostre più nere previsioni a proposito del riordino dei Corsi Serali e dell’Istruzione degli Adulti in generale.
Abbiamo ingenuamente immaginato che, dopo averlo a ragione contrastato, tale riordino partisse almeno con tutte le carte in regola:
-        con la struttura sistemata ed il personale opportunamente aggiornato;
-        con le reti di servizio tra i vari soggetti scolastici avviate e ben consolidate;
-        con le commissioni per il patto formativo individuale già formate ed operanti;
-        con i libretti personali e i patti formativi individuali già sottoscritti ed in mano agli studenti;
-        con le linee guida chiare su cui veniva illustrato almeno un esempio di organizzazione didattica per gruppi di livello;
-        ecc.
Insomma, abbiamo ritenuto, come è normale e giusto ritenere, che si partisse almeno essendo preparati e pronti!
Questa nostra ingenua illusione poggiava sul fatto che era legittimo aspettarsi risultati efficaci dal lavoro del Gruppo Tecnico IDA (per le linee guida) e dalla “Sperimentazione Assistita” con cui, nel corso dell’a.s. 2013/2014, si è voluto provare sul campo l’organizzazione di nove CPIA scelti in altrettante Regioni del territorio nazionale.
Ora, il Gruppo Tecnico Ida si è rivelato la proverbiale montagna che ha partorito il topolino. Se diamo un’occhiata alle linee guida (e noi ce le siamo addirittura studiate) appaiono minimali e di scarsa utilità pratica mentre ci si aspettava che fosse uno strumento chiarificatore di tanti punti del Regolamento. Vi troviamo un’accozzaglia di ovvietà, la ripresa di concetti triti e ritriti, la ripetizione degli stessi concetti, tal quale (copia e incolla), già presenti nel Regolamento. L’unico apporto operativo e concreto è rappresentato dalle tabelle su cui viene dettagliata la suddivisione delle ore per le varie discipline  (per ogni specializzazione) derivanti dall’abbattimento al 70% delle ore dei corrispondenti corsi diurni, per il qual risultato, meramente contabile, certamente non era necessario un consesso di Esperti. Ad esempio, è inutile che sulle linee guida si ribadisca che il 20% dei percorsi si possano fare anche on-line (questo ce lo dice già il regolamento), in esse sarebbe stato opportuno scrivere in che modo, con quali mezzi, in quali periodi, con quali docenti e per quali utenti. Ancora, è inutile ribadire l’opportunità di organizzare la didattica modulare non più per classi ma per gruppi di livello (il principio è già espresso nel regolamento); occorreva chiarire definitivamente il concetto scrivendo come superare l’organizzazione per classi (quando ancora gli organici vengono assegnati in funzione di queste) indicando con esempi concreti l’organizzazione dei gruppi di livello. Sappiamo bene (per averci provato) che è veramente difficile progettare ciò ma proprio per questo l’assenza di indicazioni concrete sulle linee guida contraddice la funzione delle stesse. E poi, piuttosto che indicare i titoli di quanto andava inserito sul libretto personale dell’alunno, dalle linee guida ci si aspettava un concreto modello di libretto e magari la concreta indicazione delle modalità di individuazione e verifica dei crediti formativi. Risulta chiaro che senza questi concreti contributi le linee guida non assolvono il loro compito, appunto, di guida al processo di riordino.
Abbiamo il sospetto che la critica da noi espressa fosse già nella consapevolezza dello stesso Gruppo Tecnico (o almeno, per onestà intellettuale, nella mente dei suoi maggiori esponenti) se, come è vero, partì da loro l’esigenza e la proposta della sperimentazione assistita forse con la speranza che emergessero dal territorio le soluzioni concrete atte a colmare le lacune delle linee guida.
I risultati delle sperimentazioni assistite non sono a tutti noti, o non ci sono o sono insignificanti o disomogenei, in ogni caso sicuramente inutili altrimenti si sarebbero precipitosamente riversati, quale modello da seguire, nelle singole istituzioni scolastiche. Le sperimentazioni assistite, certamente, un risultato lo hanno mostrato e cioè la grandissima difficoltà (praticamente una “missione impossibile”) a porre in atto il modello organizzativo previsto oltretutto “senza oneri per le Finanze Pubbliche” e quindi, semmai, la logica conseguenza sarebbe dovuta essere quella di soprassedere e studiare un’altra forma di riordino per migliorare la qualità dell’Istruzione degli Adulti. Ma si è deciso di compiere comunque il salto nel buio!
Noi abbiamo seguito più da vicino la sperimentazione in Puglia partecipando a tutti i convegni ed eventi mediatici messi in atto per diffondere entusiasmo fuori luogo ed inopinato ottimismo. Il risultato ad oggi (con l’anno scolastico ormai abbondantemente avviato) è che i CPIA individuati dalla Regione Puglia non hanno ancora un codice meccanografico, ad essi sono stati assegnati Dirigenti o di prima nomina o di scarsa esperienza e, persino il primo e, almeno inizialmente, entusiasta Dirigente del CPIA sperimentale, da tutti ritenuto, come era logico, il naturale prosecutore della sua esperienza con la dirigenza del 1° CPIA di Bari, è stato sostituito, non si sa perché, da un altro Dirigente. I docenti dei CTP continuano a dipendere amministrativamente dagli Istituti di provenienza. Quindi questi CPIA sono colpevolmente fermi, le reti territoriali di servizio, individuate solo sulla carta e attraverso una scandalosa suddivisione territoriale basata unicamente sulla consistenza numerica dei soggetti ma senza alcun riguardo alle distanze ed alle contiguità di zona (suscitando il disappunto ed il malcontento generale anche perché i promessi 4 CPIA a Bari si sono ridotti a 2), non sono mai state avviate di fatto. Tutto tace. Non ci sono indicazioni. Nessuno assume responsabilità. Come se non fosse cambiato nulla. Salvo che nel frattempo l’anno è cominciato con la riduzione d’orario fino alle classi quarte mentre, per le quinte la scelta tra vecchio orario ed orario ridotto era facoltativa, tanto per aggiungere, con qualche grado di libertà in più, confusione a confusione. Inoltre la decimazione delle cattedre c’é stata ed è stata pesantissima. Nonostante quanto previsto nella C.M. n. 36 del 10/04/2014 e cioè “...per i percorsi di secondo livello (ex corsi serali)...la prevista riduzione dei quadri orari...non comporterà riduzione della dotazione organica e le eventuali economie potranno essere utilizzate prioritariamente per lo sviluppo dei percorsi di secondo livello e in via subordinata per altre esigenze delle Istituzioni di Secondo Grado.”, abbiamo assistito al trasferimento di docenti del Corso Serale in cui insegno in altra sede lasciando una penuria di organico tale da compromettere seriamente un’adeguata organizzazione e lo sviluppo dei nuovi percorsi come, ad esempio, l’avvio di quei percorsi di eccellenza più brevi riservati ai i capaci e meritevoli e a chi è in possesso di molti crediti formativi (come richiederebbero sia il Regolamento che le linee guida con i così detti gruppi di livello). Ad ulteriore aggravamento della situazione è intervenuto l’USR Puglia che operando tagli indiscriminati (per ridurre la spesa pubblica quando ancora ci riecheggiava nei cervelli l’annuncio del Premier RENZI che avrebbe investito sulla scuola) ha preso di mira prioritariamente i Corsi Serali azzerando i primi bienni per cui non si capisce chi e su quali basi deve certificare l’assolvimento del primo periodo didattico del secondo livello. Di questo sono diretto testimone poiché al Corso Serale dove presto servizio non è stata concessa la prima classe nonostante il consistente numero di iscritti la maggior parte dei quali si sono presentati puntualmente a scuola fin dal primo giorno. Ci stiamo ancora amaramente chiedendo se è questo il riconoscimento del merito a questo Corso Serale (dichiarato dallo stesso MIUR) per aver saputo condurre al conseguimento del diploma il marò SALVATORE GIRONE (trattenuto in INDIA per le ormai notissime vicende) grazie al notevole impegno (anche extrascolastico) dei suoi docenti per la necessaria attività didattica on-line; grazie alla perfetta organizzazione da loro studiata e messa appunto (per la prima volta) dell’Esame di Stato on-line; grazie alla indubitabile bravura dell’eccezionale candidato ma anche, e soprattutto, grazie alla flessibilità del Progetto SIRIO che, opportunamente utilizzata come in questo caso, si è dimostrata vincente. La risposta che ci viene più ovvia è la constatazione che in questo Paese è, da tempo, in atto la gara a distruggere ciò che funziona e a demotivare chi lavora. In questo generale stato di abbandono ogni Istituzione Scolastica si arrangia come può. Ogni Istituzione Scolastica, in assenza di chiare direttive, è costretta ad interpretare a suo modo, magari a seconda delle proprie esigenze o convenienze, quanto previsto dal Regolamento che è ormai legge dello Stato. Così aumenta la confusione, il disorientamento, l’ingiustizia e la percezione di una diffusa illegalità. Vediamo Corsi Serali che, inopinatamente espropriati del primo biennio e con le famose Commissioni non ancora definite ed operanti, sono praticamente costrette ad accogliere tutti in terza anche in assenza della prevista certificazione. Ciò configurandosi quale ingiusta disparità di trattamento con quanto avviene o potrebbe avvenire per gli alunni di altri Corsi Serali. Poi ci sono quelli che, attraverso una larga interpretazione di quanto effettivamente previsto dal Regolamento solo per i più capaci e meritevoli, promettono, nei loro manifesti informativi, improbabili riduzione dei tempi. Alla faccia della serietà degli studi, di tutte le belle parole profuse sul miglioramento della qualità dell’Istruzione degli Adulti e, soprattutto, alla faccia della tanto strombazzata necessità di introdurre finalmente la “meritocrazia” in questo Paese. Ma ormai ci stiamo abituando a vederci proiettati in pratica, con ogni nuova riforma, esattamente nel verso opposto a quello dichiarato a parole e nelle intenzioni.
Abbiamo pensato, anche sperato, che la situazione descritta fosse solo in Puglia ma, consultando molti colleghi in tutta Italia, giungiamo alla conclusione che purtroppo la possiamo considerare abbastanza generalizzata.
Allora ci vengono alla mente tutti i momenti in cui abbiamo previsto e messo in guardia pubblicamente tutti sulla catastrofe a cui andavamo incontro. Pensiamo a tutte le volte in cui abbiamo denunciato che l’unico vero obiettivo di tale riordino era contabile (unico obiettivo sicuramente già raggiunto) e che nulla importava seriamente della qualità dell’I.D.A.. Non è un caso se anche i più strenui difensori (commoventi ingenui sognatori) di questo stravolgimento si dimostrano delusi di come siano andate le cose.
Per il bene del nostro Paese, della Scuola Serale Pubblica, dei nostri alunni e per amore del nostro lavoro, abbiamo sinceramente sperato di risultare, nei fatti, appartenenti alla schiera dei “gufi”, inguaribili pessimisti che vedono tutto nero, e a quella delle “cassandre” che prevedono sciagure. Ma i fatti ci consegnano, purtroppo, alla schiera dei “chiaroveggenti” e la cosa che ci lascia sgomenti è la constatazione di quanto sia facile smascherare la malafede o prevedere il fallimento di costoro che pretendono di governarci e di progettare il nostro futuro!
Nazzareno Corigliano*
* Presidente del Comitato per la Difesa e la Promozione della Scuola Serale Pubblica e Docente del Corso Serale SIRIO dell’IISS “G. Marconi” di Bari