giovedì 11 novembre 2010

LA 7ma COMMISSIONE CULTURA DELLA CAMERA APPROVA IL REGOLAMENTO!

Ieri 10/11/2010, in 7ma Commissione Istruzione Cultura della Camera dei Deputati, è stato approvato con condizioni lo schema di parere proposto dal relatore durante la seduta del giorno (27/10/2010). Eccovi il link per accedere allo schema di parere approvato, che è quello proposto dalla relatrice On. Valentina Aprea: SCHEMA DI PARERE APPROVATO. Prima dell’approvazione c’è stato un piccolo “colpo di scena” con la presentazione, da parte di un nutrito gruppo di deputati, di una PROPOSTA DI PARERE ALTERNATIVO (cliccatela per andarla a vedere) in cui, ponendo fortemente l’accento sul notevole taglio di risorse previste, in direzione opposta a quanto ci invitava a fare l’Unione Europea, che porteranno allo sfascio il settore dell’istruzione degli adulti, più altre validissime considerazioni che comportavano la necessaria espressione di PARERE CONTRARIO da parte della Commissione in tal modo consentendo di riaprire su basi serie la questione. Invece è prevalsa, non la ragionevolezza (che dovrebbe essere la qualità di base nei lavori di una Commissione Parlamentare) ma la logica della più becera contrapposizione partitica arrivando persino a discutere di fiducia o sfiducia al Governo e annebbiando definitivamente l’oggetto dei lavori. Ve ne potete rendere facilmente conto leggendo le varie dichiarazioni di voto al seguente link: DICHIARAZIONI DI VOTO .

Insomma riteniamo che ancora una volta si siano sacrificate alle beghe tra partiti i veri interessi dei cittadini. Ancora una volta prevale il calcolo politico alla logica del “SERVIZIO AL CITTADINO”!

DA QUESTO MOMENTO INVITIAMO TUTTI I COLLEGHI A TENERSI PRONTI A CONCRETE AZIONI DI MANIFESTAZIONE DEL DISAGIO DELLA CATEGORIA!

venerdì 29 ottobre 2010

SUL REGOLAMENTO, LE COMMISSIONI PARLAMENTARI ACCELERANO!

a cura di Nazzareno Corigliano*


Il 20/10/2010, in 7ma Commissione Istruzione del Senato, è stato approvato con condizioni lo schema di parere proposto dal relatore durante la seduta del giorno prima (19/10/2010). Eccovi il link per accedere allo schema di parere approvato: SCHEMA DI PARERE.

Invece, per la lettura dei vari interventi della seduta del 19 dovete cliccare su: INTERVENTI. Potete poi leggere le dichiarazioni di voto della seduta del 20 cliccando su: DICHIARAZIONI DI VOTO .

Nella giornata di Mercoledì 27 ottobre è stata ripresa invece la discussione del regolamento in 7ma Commissione Cultura della Camera dei Deputati. Non ci sono stati interventi (la discussione è stata rinviata) ma solo la presentazione della proposta di parere (anche questo con condizioni) da parte della relatrice, on. Valentina Aprea, di cui vi proponiamo il link: PROPOSTA DI PARERE DEL RELATORE.

Alla luce della documentazione che vi abbiamo proposto, ci sentiamo di affermare, in positivo, che finalmente si comincia a discutere seriamente la portata del provvedimento e le sue possibili nefaste conseguenze tra le quali quella di portare a morte certa la scuola serale. Avremmo voluto una maggiore corrispondenza tra le parole dette, le osservazioni espresse e gli atti compiuti. Ad esempio, avevamo giudicato giusti ed ineccepibili i rilievi tecnico-economici espressi dal Senatore PITTONI (LNP) che, sostanzialmente senza aver risolto nessuno dei dubbi da esso stesso sollevati, “a nome del suo gruppo esprime voto favorevole”. Quindi c’è la LOGICA e la logica di gruppo e dell’interesse politico-partitico (secondo voi, quale logica vince in Italia?).

Comunque giudichiamo positivo frutto di tale dibattito alcune condizioni espresse dalle Commissioni.

Tuttavia dobbiamo rilevare che non sono state poste le condizioni principali necessarie a disinnescare il potenziale devastante del Regolamento in questione. Infatti non si pongono condizioni correttive all’assurda pretesa di ridurre al 70% delle ore del diurno quelle dei corsi serali nei CPIA, cioè solo 23 ore. Come si può pretendere l’aumento della qualità con questo enorme ed assurdo taglio! Si dà per innovativa la pratica del riconoscimento di crediti comunque acquisiti dall'adulto in contesti formali, informali e non formali quale metodo per giustificare l’accorciamento dei percorsi scolastici mentre, invece, tale pratica è normalmente in uso da anni nei corsi serali progetti SIRIO ed ALIFORTI.

Nessuna condizione correttiva è stata posta per scongiurare errate interpretazioni che possano portare dal concetto di periodo a quello di annualità riducendo, inopinatamente, gli anni di corso da cinque a tre per il conseguimento del diploma.

Ancora, nessuna condizione correttiva viene chiesta per impedire l’impossibilità di iscrizione a chi è già in possesso di un altro diploma contrariamente alla logica che vorrebbe lo Stato facilitatore di qualunque processo di riqualificazione professionale.

Inoltre, va bene ridurre a 15 anni l’età minima per l’iscrizione, ma perché porre il limite di 65 anni quale età massima? Non ci si doveva impegnare per “l’istruzione in tutto l’arco della vita”? Perché abbiamo deciso che la vita finisce a 65 anni?

Meno male che ci siamo accorti di spostare la data di cessazione dei corsi serali al 2013, altrimenti si sarebbe corso il rischio di chiuderli senza avere nemmeno i CPIA. Ma non è meglio lasciarli comunque aperti, soprattutto quelli che funzionano (possiamo dimostrare al Senatore DE ECCHER) e funzionano piuttosto bene !?

Forse queste condizioni avrebbero snaturato il vero obiettivo del provvedimento che, secondo noi, continua ad essere solo quello dell’ennesimo TAGLIO ALLA SCUOLA PUBBLICA. Ma allora per una volta lo si dica CHIARAMENTE e ONESTAMENTE senza raccontare la ridicola storiella del miglioramento della qualità dell’istruzione degli adulti!

* presidente del coordinamento nazionale per la difesa e la promozione delle scuole serali pubbliche, docente presso le scuole serali nella secondaria superiore.

domenica 17 ottobre 2010

CPIA: UN FINE CHE NON GIUSTIFICA I MEZZI

A cura di Domenico Piperis*

La recente seduta della 7a Commissione del Senato, il 22 settembre scorso, sulla Riforma dell'Istruzione degli Adulti (schema di Regolamento recante "Norme generali per la ridefinizione dell’assetto organizzativo didattico dei Centri d’istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, ai sensi dell’art. 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n.133") mi dà l’occasione per ritornare a parlare del riordino delle Scuole serali, dopo un periodo di silenzio in cui auspicavo un ripensamento da parte del legislatore sullo sciagurato progetto d'istituire i CPIA che, comprendenti le Scuole serali, ne determinano la chiusura.
La riunione, incentrata sull’esame dei rilievi mossi dal Consiglio di Stato al citato schema di Regolamento, ha avuto per relatore il senatore Pittoni che, con rigore, ha fatto rilevare le profonde incongruenze tra gli obiettivi ispiratori del Regolamento e le loro concrete possibilità attuative.
La relazione del senatore Pittoni ci conferma che la riforma dei CPIA:
1)
punta solo ed esclusivamente a realizzare obiettivi contabili, per nulla interessandosi a questioni didattico-pedagogiche;
2)
se fosse attuata, danneggerebbe i lavoratori-studenti procurandogli uno stato di disagio immenso.
E così i CPIA si mostrano per quello che sono: una cieca applicazione del motto "il fine giustifica i mezzi".
Tuttavia, entro la più complessiva manovra statale di contenimento della spesa pubblica, questa del riordino dell’istruzione degli adulti (IDA) è la più odiosa perché fa scempio di un settore già di per sé debole che andrebbe, invece, valorizzato per la sua indiscussa azione di promozione sociale rivolta a tutti gli adulti senza discriminazione di cittadinanza, di stato sociale, di fede religiosa e di cultura.
I CPIA non sono la risposta giusta alla domanda di istruzione degli adulti perché non incrementano l’offerta formativa fondandosi sulla riduzione numerica dei CTP e sull’abolizione dei Corsi serali.
Alcuni docenti hanno già fatto sentire la loro voce contro il "riordino" dell’IDA e intrapreso azioni di lotta, anche estreme, per difendere i corsi serali; altri, invece, sono rimasti in silenzio.
Sono rimasti silenti i sindacati concertativi perché sono tra i sostenitori più convinti dei CPIA (soprattutto FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola; per convincersene, si dia uno sguardo all’ultimo fascicolo pubblicato dalla FLC CGIL nel corrente a.s. 2010/11 intitolato "Per i diritti nella scuola pubblica - Schede di informazione per saperne di più, per difendere e garantire la qualità della scuola pubblica”). Infatti, si sono ben guardati dal pubblicare e/o commentare la relazione del sen. Pittoni perché sarebbe stato difficile parlarne senza indignarsi e, al contempo, continuare a difendere i CPIA.
Nasce il sospetto che la FLC CGIL, unico sindacato che considera tutt’oggi la Scuola serale una realtà di nicchia, difenda la riforma dei CPIA perché da essa dipende il futuro della loro proposta di legge sull’Apprendimento permanente, la quale mira a spalancare il settore dell’istruzione degli adulti a una miriade di agenzie formative private (incluse le loro) latrici di un'offerta formativa generica e non professionalizzante, cioè l'esatto contrario di ciò che gli adulti chiedono e che le Scuole serali pubbliche offrono.
La riforma dei CPIA, di fatto, è funzionale alla proposta di legge sull’Apprendimento permanente, perché, quest’ultima, non potrebbe svilupparsi pienamente se le Scuole serali fossero ancora in attività. I sindacati, di conseguenza, non contrastano la riforma dei CPIA, perché mirano a spazzare via le Scuole serali, anziché badare a rafforzarle, per avere campo libero nel settore della formazione e istruzione degli adulti (si stimano in 20 milioni circa gli adulti in età lavorativa con bassi livelli d’istruzione e formazione che potrebbero decidere di rientrare in formazione).
Questa tesi è confermata dal loro modus operandi discriminante: da un lato reagiscono contro i tentativi che mirano a intaccare gli organici dei CTP -che il Ministero, con la C.M. n.37/10, aveva già di sua iniziativa provveduto a salvaguardare-, e dall’altro assistono senza mostrare nessun atto di reazione alle manovre di chiusura di classi del biennio delle Scuole serali, che, in molti casi, si sono concretate anche in corso d’anno. Sarà anche a causa dei sindacati concertativi se il settore della formazione e istruzione degli adulti diverrà terra di nessuno.
Purtroppo, silenti anche i politici che, poco interessati in genere ai problemi della scuola, non hanno colto la gravità di ciò che si sta attuando ai danni della Scuola serale.
È per reagire a tanta indifferenza e ottusità che, a nome di tutti i lavoratori-studenti e docenti delle Scuole serali pubbliche, rivolgo un forte appello al mondo della cultura e dell’informazione affinché aderiscano alla lotta per la difesa della Scuola serale pubblica, sull’esempio del prof. Stefano Rodotà che l’ha recentemente condivisa (http://www.peacelink.it/pace/a/32273.html ).

Per finire accenno un fatto che indica l'assurda politica scolastica del Ministero.
Il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca e l'assessore regionale all'Istruzione, Marco Luchetti, hanno chiesto recentemente al Ministro Mariastella Gelmini di voler consentire la riapertura dei bienni delle scuole serali marchigiane proprio per soddisfare l’elevata domanda di istruzione da parte della popolazione adulta. Con soddisfazione salutiamo la richiesta delle suddette autorità pubbliche perché è una sconfessione sia dei piani del MIUR (che aveva disposto il ridimensionamento delle Scuole serali entro l’anno scolastico 2010-2011 e la loro chiusura il 31/08/2011) sia della tesi "il fine giustifica i mezzi".
L'esempio ora citato mi dà anche l’occasione di ricordare al potere politico che il suo è un compito attivo diretto a risolvere i problemi privati della gente mediante l’elaborazione/attuazione di soluzioni pubbliche! Ma queste soluzioni devono esser autenticamente giuste, cioè elaborate e praticate nel rispetto e dei diritti e della dignità delle persone.

*docente presso il Corso Serale - progetto Sirio - dell'IISS "Marconi" di Bari

Articolo pubblicato su www.orizzontesuola.it

mercoledì 6 ottobre 2010

In 7ma Commissione del Senato non credono nella effettiva realizzazione dei CPIA

A cura di Nazzareno Corigliano*
In data 22 Settembre 2010 si è riunita la 7ma Commissione del Senato dove transita attualmente il famigerato regolamento attuativo dei CPIA.
Il relatore PITTONI (LNP), come pubblicato sul sito di Educazione & Scuola nell'articolo che volentieri vi linkiamo 22 settembre Riforma Istruzione Adulti in 7a Senato, riporta i rilievi operati sul regolamento dal Consiglio di Stato. Li fa propri ed aggiunge ulteriori pesanti considerazioni circa la fattibilità, nei tempi previsti, della messa in funzione dei CPIA e soprattutto del risparmio di spesa atteso.
Il relatore, in primo luogo, rende noto che il Consiglio di Stato aveva rilevato (n.d.r.: parere interlocutorio del 22.03.2010) che i criteri concernenti la razionalizzazione e contenimento dei costi appaiono iterativi di prescrizioni già attuate ed è stata segnalata la scarsa incisività dell’atto, dato che l’articolo 11 dello schema si limita a recare, al comma 4, l’abrogazione esplicita dell’articolo 5, comma 1, lettera d), degli articoli 136 e 169 del decreto legislativo n. 297 del 1994, nonché di ogni altra disposizione non legislativa comunque incompatibile con quella del regolamento in oggetto, e quindi chiedeva opportune delucidazioni sugli effetti del proposto schema di regolamento sul precedente sistema della istruzione degli adulti. Dunque, il relatore, dà conto della risposta del Ministero, il quale ha illustrato le modalità di realizzazione degli obiettivi economici fondanti la disciplina adottata, la cui portata si ravvisa negli articoli 3, 9 e 11, commi 8 e 9, dell’atto.
A questo punto, si fa notare che: nell’articolo 3 si stabilisce chi si può iscrivere ai futuri Centri (“studenti in età lavorativa, da 16 a 65 anni, che non abbiano assolto agli obblighi d’istruzione o che non abbiano un diploma di scuola media superiore”); nell’articolo 9 si illustrano le modalità di formazione degli organici a partire dall’a.s. 2010/2011 (quello in corso);nell’articolo 11 si sentenzia che i Corsi Serali cesseranno di funzionare il 31 agosto 2011, che gli artt. 3 e 9 valgono anche per CTP e Corsi Serali attualmente funzionanti e infine che i CPIA (n.d.r.: nei quali, per lostesso articolo, gli studenti attualmente iscritti e frequentanti dovranno proseguire i loro studi) possano essere istituiti solo in presenza di una corrispondente riduzione di altre autonomie.
Appare così evidente la perplessità del Consiglio di Stato, del relatore Pittoni e anche nostra, di fronte al fatto che, se il regolamento venisse approvato nella versione proposta, saremmo nel caos più completo con i Corsi Serali da RIMODULARE NEGLI ORGANICI, con la necessità di dover CACCIARE gli studenti iscritti che hanno già un altro diploma e con la CHIUSURA dei Corsi Serali il 31 agosto 2011 anche se non si forma il CPIA (perché non si chiudono altre scuole liberando autonomie) con la conseguenza che gli studenti potranno proseguire i loro studi forse in qualche CPIA di altra Provincia e magari fuori Regione e, in via teorica, anche da nessuna parte. Tutto ciò perché la riduzione dell’offerta formativa deve avvenire entro l’a.s. 2010/2011 per avere una economia di spesa non inferiore agli 85 milioni di euro entro l’a.s. 2011/2012 a norma dell’art. 1, comma 2, del D.P.R. n. 81 del 2009.
Il relatore riferisce poi degli ulteriori rilievi del Consiglio di Stato, secondo il quale lo schema in esame riassume al più alto livello regolamentare prescrizioni che in precedenza erano recate dal decreto ministeriale 25 ottobre 2007, di natura non regolamentare. Pertanto, per il Consiglio di Stato, appare necessario che il regolamento indichi esplicitamente le disposizioni del citato decreto ministeriale travolte dalla nuova disciplina, rimettendo a un successivo atto amministrativo l’elencazione delle ordinanze e circolari non più attuali. Cioè un autorevole invito alla chiarezza!
Ma l’aspetto più eclatante emerge quando il relatore Pittoni, a conclusione, si inoltra in considerazioni finanziare in cui, con riferimento agli articoli da 1 a 11 del provvedimento in titolo, osserva quindi che la relativa relazione tecnica non espone dati ed elementi a sostegno dell’effettiva possibilità di costituire 150 CPIA e altrettanti posti di dirigente scolastico e di direttore dei servizi generali amministrativi senza ulteriori spese a carico del bilancio dello Stato. Rileva in proposito che, in base alla relazione tecnica, l’istituzione dei CPIA nel numero previsto è subordinata alla realizzazione di «ulteriori economie» rispetto a quelle conseguenti alla razionalizzazione della rete scolastica. A tale riguardo giudica importante precisare l’entità e la modulazione temporale sia dell’onere ascrivibile alla creazione delle nuove autonomie scolastiche sia delle «ulteriori economie» da conseguire per garantire l’invarianza della spesa. Segnala inoltre che non sono indicate le tipologie di spesa da comprimere per conseguire detti ulteriori risparmi. Tenuto conto che, nel caso in cui dette economie, ulteriori rispetto a quelle previste dal piano programmatico di cui all’articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008, non dovessero essere realizzate, non si potrebbe dare seguito alla disposizione contenuta nell’articolo 1.


ED ORA LE NOSTRE CONSIDERAZIONI:
1.Viene definitivamente smascherata la mera logica contabile alla base del provvedimento. Altro che qualità e alti obiettivi formativi in linea con i dettati dell’Unione Europea! Qui si guarda solo a discutibili obiettivi di risparmio per raggiungere i quali non ci si vergogna di portare a morte certa l’intero sistema dell’istruzione degli adulti buttandolo innanzi tutto nel caos. Questo nonostante il settore registri un notevole incremento della domanda di istruzione al punto da spingere il Presidente della regione Marche a chiedere al Ministro Gelmini un incremento d’organico per farvi fronte. Con amarezza constatiamo che, come al solito in questo Paese, si tende a far pagare chi ha sempre pagato, pur essendo debole, a vantaggio non del bene pubblico ma dell’interesse delle scuole private che senza dubbio si staranno sfregando le mani!
2.Guardando la portata dei rilievi tecnici, soprattutto banalmente logici, apportati dal Consiglio di Stato e delle considerazioni fatte in 7ma Commissione del Senato ci chiediamo quale preparazione e professionalità abbiano gli estensori dello schema di regolamento. Non è che la tanto criticata autoreferenzialità delle scuole e degli insegnanti regna innanzi tutto tra i vertici del MIUR?!
3.Torniamo a ribadire che vietare l’iscrizione ad un adulto che è già in possesso di un altro diploma di scuola secondaria, oltre ad essere una intollerabile deroga al diritto allo studio sancito e voluto dalla nostra Costituzione, rappresenta un accanimento ostativo verso chi tenta di riqualificarsi per avere una ulteriore possibilità di impiego in attività lavorativa. Nei tempi di crisi che stiamo vivendo, con tasso di disoccupazione all’ 8,5 %, non è accettabile un’azione del Governo che, oltre a non aver promosso alcuna misura contro la disoccupazione giovanile, addirittura annulli una delle poche misure già esistenti!
4.La maledetta fretta con cui il MIUR, attraverso gli Uffici Scolastici Regionali, ha voluto mettere in atto di fatto già dallo scorso anno scolastico il risparmio di spesa voluto dall’insaziabile Tremonti, ostacolando la formazione dei bienni serali, simulando in pratica gli effetti di un regolamento che ancora non c’è, pone una questione etica sulla sussistenza dello stato di diritto.
Anche sull’entrata in vigore della riduzione d’orario nelle classi intermedie degli Istituti Tecnici e Professionali Il Consiglio di Stato ha dato torto al MIUR avvalorando la sentenza del TAR del Lazio che sul ricorso aveva condannato il Ministero per illegittimità del provvedimento che sostanzialmente modificava, in itinere, l’offerta formativa degli Istituti.
ANCORA CAOS!
MA SOPRATTUTTO CI CHIEDIAMO IN QUALE STATO VIVIAMO SE SI ADOTTANO LEGGI PRIMA DI PROMULGARLE!
PERCHÉ QUESTA DISEDUCATIVA INSOFFERENZA VERSO LE REGOLE?!
É UN FARE CERTAMENTE INDEGNO DI UN VERO STATO DEMOCRATICO E CIVILE!


* Presidente del coordinamento nazionale per la difesa e la promozione delle scuole serali, docente presso il corso serale dell'IISS "Marconi" di Bari

martedì 5 ottobre 2010

IL CONSIGLIO DI STATO BOCCIA LA GELMINI? LEI TIRA DRITTO!

Anche su queste notizie, non si apre bocca nella Televisione di Stato!
A fronte di una sentenza del TAR del Lazio che aveva bocciato la riduzione d’orario nelle classi intermedie (seconde, terze e quarte) degli Istituti Tecnici e Professionali, il Ministero si era appellato al Consiglio di Stato che invece ha dato ragione al TAR (l'articolo al seguente link):
http://www.repubblica.it/scuola/2010/09/30/news/respinto_il_ricorso_del_ministero_caos_orari_in_tecnici_e_professionali-7586305/
Per il MIUR è come se nulla fosse! (vedi al seguente link):
http://www.aetnanet.org/modules.php?name=News&file=article&sid=236956

RECORD DI ISCRIZIONI AI CORSI SERALI DELLE MARCHE, SPACCA CHIEDE PIÚ INSEGNANTI ALLA GELMINI!

Mentre si cerca di ridurre a zero i Corsi Serali, ecco la realtà in una notizia che, ovviamente non viene battuta in nessun TG di Stato!
Il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, disperato, scrive una lettera alla Gelmini.
Vi rimandiamo, per i particolari al seguente link:
http://www.ilquotidiano.it/articoli/2010/09/24/106582/scuole-serali-spacca-e-luchetti-chiedono-un-incremento-di-organico-alla-gelmini

sabato 4 settembre 2010

BARI: SOLIDARIETA' AL PROF. ROCCO ALTIERI IN SCIOPERO DELLA FAME PER LA DIFESA DELLE SCUOLE SERALI

La direzione del Comitato per la difesa e la promozione delle Scuole Serali esprime piena solidarietà al prof. Rocco Altieri in sciopero della fame dallo scorso 22 agosto ed al gruppo di docenti che, a staffetta, hanno deciso di astenersi dal cibo da oltre due settimane in difesa della Scuola Serale.
Il Comitato è solidale con chi, come il prof. Altieri, ha scelto una iniziativa di lotta gandhiana e non violenta quale mezzo di "dialogo e proposta" con i decisori istituzionali, e con tutte le parti interessate da scelte governative, scellerate, che rischiano di cassare definitivamente una conquista civile e sociale come la Scuola Serale.

giovedì 20 maggio 2010

BARI: LO SNALS È DALLA NOSTRA PARTE !

IN SEGUITO AD INCONTRI AVUTI TRA ESPONENTI DEL NOSTRO COMITATO E I VERTICI PROVINCIALI, REGIONALI E NAZIONALI DELLO SNALS C’È STATA UNA NETTA PRESA DI POSIZIONE DI QUESTO SINDACATO IN DIFESA DELLE SCUOLE SERALI E DEI LAVORATORI DEL SETTORE, CHE SALUTIAMO CON PIACERE.
Dallo Snals, abbiamo ricevuto un resoconto dell’incontro con le oo.ss. avvenuto al Miur, il 14 maggio 2010, per informativa sullo schema di regolamento recante norme generali concernenti la ridefinizione dell’assetto organizzativo-didattico dei centri di istruzione per adulti, ivi compresi i corsi serali.
Molto interessanti sono le dichiarazioni fatte dalla dott.ssa Maria Grazia Nardiello, direttore generale Miur per l’istruzione e formazione tecnica superiore.
In tale occasione la prof.ssa Giuseppina Di Giacomo, della segreteria generale dello Snals, è intervenuta ponendo l’accento sulle problematiche che il riordino sta facendo emergere, e sottolineando le preoccupazioni e le tensioni evidenziate dal personale.
Cliccando qui potrete scaricare il resoconto completo.
Come avrete notato lo Snals ha parlato chiaro e in difesa della scuola serale e dei lavoratori.
La stessa cosa non possiamo dire di Cgil – Cisl – Uil che, nell’ultimo documento unitario lasciato alla VII Commissione Cultura della Camera dei Deputati in occasione dell’audizione informale dell’11 maggio 2010, non fanno altro che chiedere, precipitosamente, l’avvio dei cpia, al più presto, anche in fase sperimentale e senza regolamento, (in pratica spingendo nel baratro la scuola serale). Non capiamo perché oggi la “triplice” (stranamente unitaria in questo caso) è il più strenuo difensore dei cpia. Non ci risulta che abbiano mai chiesto ai lavoratori del settore se il cpia sia il miglior modo di organizzare l’istruzione degli adulti. Non capiamo, quindi, a nome di chi parlano; emerge chiaramente la rappresentatività fittizia ed autoreferenziale di questi sindacati!
Bari, 19 maggio 2010,
La Direzione del Comitato

Per scaricare il documento in f.to PDF cliccare con il pulsante destro del mouse sul seguente link e salvare il file dopo aver selezionato desktop: report Snals

sabato 27 marzo 2010

TORINO: MOZIONE DALLA RETE SCUOLE SERALI

Ecco l’interessantissima mozione che ci giunge dai colleghi della rete di Torino e che volentieri pubblichiamo:
MOZIONE DELL'ASSEMBLEA SINDACALE PROMOSSA DALLA "RETE DELLE SCUOLE SERALI PUBBLICHE"
TORINO, 18 marzo 2010
• I corsi serali sono da sempre, in Italia e in Europa, strumenti sociali di recupero, formazione e reinserimento lavorativo delle persone. Attraverso questa seconda via al diploma, si restituisce valore sociale a ex studenti (fuoriusciti dalla formazione), lavoratori (senza titoli o con titoli non convalidabili neIl'UE), disoccupati, donne e altre categorie di persone.
• La scuola serale pubblica, non limitandosi ad uno specifico addestramento professionale, rende possibile il mantenimento degli standard conoscitivi, culturali, disciplinari e di civiltà che si riassumono nel diploma finale, il quale deve conservare lo stesso valore giuridico di un diploma conseguito nei corsi diurni.
• I corsi serali sono un'opportunità sociale e culturale. E' anche attraverso di loro che si misura la mobilità sociale di una nazione o la sua staticità. Un paese che permette agli studenti lavoratori di continuare a formarsi, dando loro chances di riscatto sociale, è moderno; un paese che non lo permette è arretrato e immobile.
(per leggere il documento occorre scaricarlo cliccando con il tasto destro del mouse sul seguente link: mozione rete scuole serali

giovedì 18 marzo 2010

DIRITTO ALLO STUDIO TRA FINZIONE E REALTÀ

a cura di Domenico Piperis (*)

Non accenna a diminuire, semmai si intensifica, l’attacco del governo Berlusconi al Diritto allo studio di giovani e adulti. La “riforma” della scuola è il veicolo di quest’attacco.
I recenti “Regolamenti” e della scuola secondaria di 1° e 2° grado e dei Corsi serali ne sono la prova; tuttavia, lo dico con rammarico, abbiamo visto i primi ampiamente discussi dai media, gli ultimi, invece, hanno “subito” indifferenza da parte della stampa, dei sindacati… e persino della tv di Stato, per definizione “al servizio del cittadino”.
Il rischio è che in sordina, ora mistificandone la portata devastatrice, ora rinviandone l’attuazione, il governo riuscirà ad attuare la riforma dei Corsi serali, approfittando dell’inconsapevolezza di “tutta” la società civile.
Una volta eseguita, essa causerà un netto depauperamento dell’offerta formativa dei Corsi serali che rischieranno, così, prima una lenta agonia e poi la chiusura definitiva per evidente inutilità. Si porrà così la parola fine ad un’istituzione scolastica che ha contribuito enormemente ad elevare il livello di scolarità nella fascia più debole della popolazione (disoccupati; giovani in cerca di un’occupazione; adulti licenziati perché non possedenti un titolo di studio di scuola secondaria superiore; immigrati, anche istruiti i cui titoli non sono riconosciuti nel nostro paese) bisognosa più che mai di un’istruzione seria ed efficace, non di una passeggera e posticcia come quella proposta nei Regolamenti di attuazione della riforma .
Purtroppo la riforma miratamente beneficerà le scuole private, avvezze più alla logica di mercato che a quella dell’interesse pubblico, e anche gli enti di formazione professionale (ENAIP (Acli), CNOS–FAP (Salesiani), SMILE (Cgil), IAL (Cisl), ENFAP (Uil), ENOF (Ugl), INIPA (Coldiretti), ecc.) che hanno sempre sofferto della concorrenza dei corsi serali (e lo affermo con cognizione di causa avendo visto moltissimi giovani rivolgersi alla nostra Scuola Serale dopo essere stati delusi dai corsi suddetti).
In questo articolo non voglio approfondire né i motivi che ci impongono di fare tutto il possibile per contrastare siffatta riforma, né le ragioni che hanno contribuito e contribuiscono a decretare il successo dei Corsi serali “Progetto Sirio”; ricordo, accennando, soltanto che questi ultimi hanno saputo rinnovarsi e migliorare la propria offerta formativa, anche grazie al lavoro di revisione dei curricoli operati nei vari incontri di studio a livello nazionale (a cui ho partecipato personalmente), voluti e organizzati dallo stesso Ministero della Pubblica Istruzione, durante i quali, dal confronto delle esperienze attuate nei vari istituti d’Italia, si individuavano i percorsi e le metodologie didattiche migliori per rendere i corsi sempre più efficaci ed efficienti. Altri tempi, quelli, in cui si decideva con gli addetti ai lavori e nei quali all’istruzione degli adulti veniva data almeno l’importanza che merita, anche se non i finanziamenti di cui aveva bisogno.
Pertanto oggi mi propongo di render manifesto, smascherando, il vero, ma taciuto, obiettivo della politica scolastica del governo: creare due categorie di scuole, una scuola d’elitè -in cui vengono impartiti gli insegnamenti che servono per la comprensione della società, insomma quella, per intenderci, adatta ai futuri dirigenti della società- e una scuola professionale e tecnica -in cui gli insegnamenti avranno lo scopo di mettere lo studente solo nelle condizioni di sapersi adattare alle necessità del mercato e dei nuovi contesti lavorativi (flessibilità e competenza), privandoli però di quella parte della cultura che serve a formarli anche come cittadini consapevoli e partecipi della vita sociale e politica-. Come ben si nota: questo sarebbe un vero e proprio ritorno al passato.
Per centrare l’obiettivo, il Governo sta già riducendo selvaggiamente i finanziamenti alle scuole, peggiorando le condizioni di lavoro degli insegnanti (si veda la legge Brunetta), licenziando i precari, accorpando (o, meglio, accoppando) gli istituti scolastici, aumentando gli alunni per classe, riportando in vita gli antenati Comitati tecnici scientifici, così come richiesto da CONFINDUSTRIA nell’action plane per l’istruzione tecnica del 2008. In poche parole la “ghettizzazione” della scuola pubblica, gettata nel caos più totale.
Le tracce di questa politica si possono rinvenire nientemeno nei lavori della ERT (European Round Table of Industrialists), indirizzo internet: http://www.ert.be/home.aspx ) che è una organizzazione che riunisce alti dirigenti e presidenti di grandi imprese europee (per l’Italia ne fanno parte l’Eni, la Fiat, la STMicroelectronics, la CIR e la Telecom Italia) con lo scopo (si trascrive quanto riportato nell’home page del sito) di suggerire, a livello nazionale ed europeo, politiche che consentano di creare le condizioni necessarie per migliorare la crescita economica europea e i posti di lavoro.
Uno scopo solo apparentemente “positivo” a dirsi, ma “negativo” a farsi. Ciò si evince da un documento di Christian Morrison, consulente ERT, redatto per conto dell’OCSE e pubblicato nel 1996; egli -dopo aver spiegato i motivi (dicotomia del mercato del lavoro e inutilità di una formazione scolastica generalista) e i modi (utilizzare i finanziamenti destinati alla scuola pubblica nelle politiche aziendali come ad es. la defiscalizzazione degli utili ecc.) attraverso i quali i governi europei avrebbero dovuto aiutare le aziende ad affrontare le sfide del mercato globalizzato- suggerisce le modalità più idonee per conseguire tali obiettivi: “ (…) dopo questa descrizione delle misure rischiose, si possono consigliare, al contrario, numerose misure che non creano alcuna difficoltà politica, (…) Se si diminuiscono le spese per il funzionamento di scuola e università, bisogna fare in modo che non si diminuisca la qualità del servizio, ancora a rischio che la qualità si abbassi. Si possono ridurre, per esempio, i finanziamenti per il funzionamento della scuola o delle università, ma sarebbe pericoloso ridurre il numero di immatricolazioni. Le famiglie reagirebbero violentemente se non si permette ai loro figli di immatricolarsi, ma non faranno fronte ad un abbassamento graduale della qualità dell’insegnamento e la scuola può progressivamente e puntualmente ottenere un contributo economico dalle famiglie o eliminare alcune attività. Questo si fa prima in una scuola e poi in un’altra, ma non in quella accanto, in modo da evitare il malcontento generalizzato della popolazione.” (Morrison, C. (1996): La Faisabilité Politique de l'Ajustement. Centre de Développement de l'OCDE,Cahier de Politique Économique, nº 13. – indirizzi internet: http://www.oecd.org/dataoecd/24/23/1919068.pdf (per la versione in francese);
http://www.oecd.org/dataoecd/24/24/1919076.pdf(per la versione in inglese);
Come non vedere un certo legame tra queste parole e la riforma Gelmini (che riduce gli indirizzi di studio e le ore di lezione abbassandone la qualità dell’insegnamento) o la legge del ministro Brunetta (che , con la scusa di combattere le inefficienze del pubblico impiego, vessa i docenti e li divide in buoni e cattivi) o la proposta di legge dell’onorevole Aprea (che con i Consigli di Amministrazione spalanca le porte ai rappresentanti dell’industria, che hanno attualmente poco peso nelle scelte scolastiche, e fa piazza pulita dell’attuale Consiglio d’Istituto in cui sono rappresentati i genitori)?
A parole il governo dice di voler rafforzare il sistema pubblico di educazione e istruzione ma nei fatti agisce per minarne le basi. Fantasie? Purtroppo no e la conferma è arrivata proprio dall’on. Valentina Aprea presidente della VII Commissione cultura, scienza e istruzione della Camera dei Deputati.
Infatti, durante la manifestazione per la commemorazione del centenario del premio Nobel a Guglielmo Marconi che si è tenuta a Bari presso ITIS “Marconi” il 16 ottobre 2009, l’on. Aprea, ospite d’eccezione della manifestazione, durante il suo intervento ha chiarito, rivolgendosi agli studenti, quale debba essere la scuola del futuro:
1) (….) i vostri titoli, le vostre competenze devono essere all’altezza della scuola che ve li rilascia, non siete studenti qualunque, voi avete una storia, un’identità e avete, appunto, in Guglielmo Marconi, come è stato ricordato, un altro grande, grandissimo punto di riferimento, un genio italiano e voi dovete far emergere in voi tutti i talenti e la capacità di andare oltre. Stamattina (….) ho avuto modo di assistere ad una dimostrazione scientifica con alcuni vostri colleghi, bene, è stata una grande emozione vedere ragazzi appassionati, noi abbiamo bisogno di questo, non abbiamo bisogno di riempire le classi, non abbiamo bisogno, scusatemi mi rivolgo ai docenti, di assegnare cattedre, qui non ci sono mai stati docenti che son venuti soltanto per ricoprire le cattedre perché questo è stato un grande istituto che ha visto gente appassionata e motivata, però possiamo correre questo rischio se dimentichiamo la nostra identità, se dimentichiamo la nostra storia, se non recuperiamo il senso, il senso dello stare a scuola per imparare del vostro presente ma soprattutto del vostro futuro, quindi questo è molto più importante, capire chiedersi ogni giorno ho fatto qualcosa, ho capito qualcosa di più ma perché, che cosa ho capito e come andare avanti.(…)
2) (….) però vedete, tutte le persone che voi avete indicato nel pantheon della scuola Marconi, dell’istituto Marconi (…), hanno fatto tutto quello che ancora oggi noi riteniamo indispensabile per la nostra scuola. È stato detto, innanzitutto, una governance: qui abbiamo responsabilità. Questa volta la politica non ha favorito, come dire, il mantenimento di questa buona pratica perché abbiamo con gli Organi Collegiali reso anche gli istituti tecnici …., purtroppo ne parliamo spesso con Gianfelice Rocca, il vice presidente di CONFINDUSTRIA, responsabile numero uno dell’educational per l’impulso che hanno dato in tutti questi anni (…)
Emergono, in contorno pressocchè idilliaco, da un lato la concezione classista della scuola e dall’altro il rigetto per ogni forma di partecipazione democratica alla vita scolastica. Un bel progresso! Lascio a voi, lettori, ogni ulteriore considerazione.
In conclusione: la politica scolastica del governo Berlusconi si dimostra soggiacente sempre più a logiche tutt’altro che filantropiche … bensì banalmente “utilitaristiche”. Una politica, insomma, orientata non a promuovere la scuola e la formazione per tutto l’arco della vita, bensì ad avvilirla privandola del suo essenziale obiettivo di accendere la passione-fuoco del sapere ….
Poveri studenti! Essi, se non vogliono rischiare la totale emarginazione culturale e sociale, dovranno accontentarsi di un un’istruzione fintamente/apparentemente professionalizzante, utile più per i bisogni della società consumisticamente globalizzata che per una società libera e democratica. Essi, in moltissimi, saranno facile preda dell’abbraccio mortale delle tv tutt’altro che educative, le quali potranno radicarsi nella società e plasmare, omologando, i giovani secondo i bisogni del mercato.
In tal modo si spiega l’ultima proposta del governo secondo la quale l'obbligo di istruzione dei giovani, per l'espletamento del diritto dovere di istruzione e formazione, può essere assolto anche nei percorsi di apprendistato".
Perché tutto questo? Perché il nostro congegno democratico non si dimostra autentico?
Rispondo con le parole di Winnicott: La base di una società è la personalità umana intera. È impossibile che le persone, quando si tratta di costruire una società, arrivino più avanti di quanto riescano a fare con il loro sviluppo personale.
Non ai posteri, bensì alle nostre coscienze (anche per quelle dormienti ormai) l’ardua sentenza!!!!!!!!
Bari, marzo 2010

(*) docente presso il Corso Serale - progetto Sirio - dell'ITIS "Marconi" di Bari

per scaricare l'articolo cliccare sul seguente link:
diritto allo studio tra finzione e realtà - D. Piperis

mercoledì 10 marzo 2010

ADESIONE ALLO SCIOPERO NAZIONALE DEL 12 MARZO

Il COMITATO NAZIONALE PER LA DIFESA E LA PROMOZIONE DELLE SCUOLE SERALI PUBBLICHE aderisce allo sciopero nazionale indetto per il giorno 12 marzo 2010, perché condivide la necessità di opporsi, con tutte le forze, agli sciagurati tagli, programmati dal Governo, ai danni della Scuola Pubblica e dei precari.
La Scuola Pubblica è stata gravemente ferita, da anni di tagli che l'hanno resa sempre più debole. Oggi rischia di ricevere il colpo mortale.
BASTA CON I TAGLI, BASTA CON LA MORTE, TORNIAMO AD INVESTIRE NELLA SCUOLA, NEI GIOVANI E NEL FUTURO!

domenica 28 febbraio 2010

DELLA SCUOLA IL SENTIMENTO

E' il sentimento il fil rouge di questo scritto, il sentimento che riveste varie sfaccettature della dignità e della professionalità dei docenti della scuola serale; sfaccettature che oscillano fra l'incapacità di comprendere obiettivamente le motivazioni di provvedimenti del tutto opinabili, la conseguente indignazione e il desiderio sempre più prepotente che predomini il buon senso.
La scuola italiana ha vissuto varie pagine, ha visto operare al suo interno importanti cambiamenti, notevoli sperimentazioni, molteplici progetti; il tutto finalizzato al suo miglioramento.
Fra i suoi meriti forse il più considerevole è stato la qualità della formazione. E’ proprio l’offerta formativa il fiore all’occhiello della scuola italiana ed in essa un accento particolare merita la scuola serale che non è una sottospecie culturale, bensì una realtà che in nome del diritto allo studio offre l’opportunità di conseguire un titolo di studio a chi non ha avuto, per mille ragioni, la possibilità di (godere) esercitare tale diritto nei tempi dovuti e quindi di acquisire una adeguata formazione culturale.
Gli utenti di tale realtà sono persone che lavorano e che coniugano all’impegno lavorativo quello scolastico. Fra di loro vi sono anche studenti stranieri. Non mancano, inoltre, coloro che, già in possesso di un altro titolo di studio equipollente, tentano di arricchire le loro competenze professionali in altre specializzazioni allo scopo di proporsi al mercato del lavoro con maggiore flessibilità.
La provenienza delle classi è eterogenea, ma il quid che accomuna gli studenti dei corsi serali è uno solo: la forte motivazione, chiaramente manifestata, di promozione culturale e di riscatto sociale raggiungendo competenze di grande spessore. Questo desiderio è un sentimento profondamente sentito e condiviso da chi crede in questo valore, da chi opera come docente che dai discenti, quasi ogni sera, apprende la fatica di vivere onestamente e di perseguire dignitosi obiettivi. (Sono proprio questi docenti che rappresentano la scuola serale e la sua considerevole offerta formativa).
La finanziaria 2007 ha parlato di riordino della scuola serale, fino a proporre con regolamenti successivi tagli inspiegabili ed accorpamenti improponibili, istituendo i CPIA che mortificano inevitabilmente il diritto allo studio e stravolgono del tutto la natura dei corsi serali.
In tutto questo che ruolo hanno rivestito i sindacati?
I docenti del serale non sono stati affatto rappresentati, sono stati chiamati solamente a partecipare ai vari scioperi, senza che si intravedessero reali prospettive.
Da più parti emerge la convinzione che essi abbiano grossi interessi a privilegiare la formazione professionale regionale, così come il governo è proiettato a prediligere l’implementazione delle scuole private e/o di recupero.
E’ doveroso quindi che i docenti della scuola serale, indipendentemente dalle iniziative intraprese dagli studenti, si organizzino seriamente, facciano fronte comune, siano pronti a ricorrere legalmente ai TAR, convinti come sono della validità dell’offerta altamente formativa della scuola serale e ne difendano l’esistenza (e non una debole sopravvivenza) con sentimento e passione.

prof.ssa Elvira Loporchio
(docente di Italiano e Storia presso il
corso serale “SIRIO” dell’ITIS “Marconi” di Bari
e membro del direttivo del Comitato)

domenica 21 febbraio 2010

BARI: ELABORATA UNA PIATTAFORMA PER LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI

A seguito dell'assemblea sindacale sulle Scuole Serali, organizzata dalla Gilda Scuola su richiesta del Comitato, e tenutasi lo scorso 19 febbraio presso il liceo scientifico "Gaetano Salvemini" di Bari, la direzione del Comitato per la difesa delle Scuole Serali Pubbliche ha elaborato un documento di sintesi, destinato a tutte le organizzazioni sindacali, quale punto di riferimento imprescindibile ed indispensabile per porre argini all'imminente "sfascio" della Scuola Serale Pubblica.
Per scaricare il documento cliccare con il tasto destro del mouse sul seguente link: piattaforma di discussione

sabato 20 febbraio 2010

AMPIA PARTECIPAZIONE ALL’ASSEMBLEA PROVINCIALE INDETTA DALLA GILDA DEGLI INSEGNANTI



Nella serata di ieri (19.02.2010), dalle ore 17.00 alle 20.00, presso l’auditorium del L.S. “G. SALVEMINI” di Bari, si è tenuta l’assemblea sindacale provinciale indetta dalla GILDA DEGLI INSEGNANTI, su richiesta del nostro COMITATO, sui temi riguardanti il futuro riordino delle Scuole Serali e dei CTP nei Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA).

L’auditorium del “SALVEMINI” (notoriamente capiente) era pieno di partecipanti giunti, in rappresentanza di tutte le Scuole Serali e dei CTP, da ogni Comune della Provincia (compresi i più lontani dal Capoluogo) a dimostrazione del massimo interesse mostrato sugli argomenti all’o.d.g.

I rappresentanti della GILDA, nelle persone del Coordinatore Provinciale prof.ssa ANGELA ELEFANTE e del Vice Coordinatore prof. ALESSIO ALBA, nell’avviare i lavori si sono felicitati per l’ampia partecipazione all’assemblea che la GILDA ha voluto offrire, ai colleghi dei Serali, sia perché, come è sua abitudine, non lascia inascoltate le richieste provenienti dagli stessi lavoratori, sia per fornire l’occasione di un chiarimento su quanto si va delineando nel settore. Si è data, quindi, subito la parola al Presidente del COMITATO NAZIONALE PER LA DIFESA DELLE SCUOLE SERALI PUBBLICHE, prof. NAZZARENO CORIGLIANO, il quale ha fatto notare che questa era la prima assemblea sindacale organizzata, esplicitamente, sul tema ed ha ringraziato la GILDA che, a differenza di altri sindacati a cui il COMITATO aveva fatto analoga richiesta, ha condiviso totalmente le nostre tesi assolvendo alla prima vera funzione di un Sindacato che è quella di ascoltare le esigenze dei lavoratori. Quindi, il prof. CORIGLIANO, ha illustrato i contenuti della bozza di regolamento di riordino delle Scuole Serali e dei CTP mettendo in luce i punti dolenti in cui si prevedono indiscriminati tagli di cattedre e di ore di lezione oltre che gli insormontabili problemi organizzativi (precarizzazione del personale, co-gestione delle attività laboratoriali, mobilità dell’utenza, ecc.) che, con l’istituzione dei CPIA, si verrebbero a creare; ha dimostrato il matematico scadimento della qualità dell’offerta formativa e quindi della validità dei titoli; ha evidenziato come tutto il “riordino” appare una concertata manovra finalizzata alla liquidazione del servizio delle Scuole Serali Pubbliche a vantaggio degli Istituti Privati e, sicuramente, a danno di una utenza, socialmente debole, che non merita un simile trattamento oltretutto in deroga al più elementare principio Costituzionale che è il diritto allo studio PER TUTTI. Proprio quest’ultimo aspetto è apparso la prima preoccupazione di tutti coloro, tantissimi, che, intervenendo ad apertura del dibattito, hanno manifestato il timore di vedere “gettato alle ortiche” anni e anni di qualificato e qualificante lavoro e l’angoscia di porre fine ad una esperienza (pur non riconosciuta) pienamente motivante sul piano professionale. Durante il dibattito, tanti dubbi sono emersi e altrettante domande a cui si è cercato di trovare risposte tra le righe del regolamento spesso senza successo. La verità, emersa chiara per tutti, è che “l’espianto” dei Corsi Serali dalle Scuole di appartenenza, in nome di una autonomia amministrativa che nessuno vuole e a nessuno giova (tanto meno all’efficacia e all’efficienza dell’azione), non può che portare alla “morte dell’organo”. Il prof. CORIGLIANO ha ampiamente illustrato l’azione del Comitato, negli ultimi due anni, spiegando come dai politici e dalle istituzioni, via via interessate, sia sempre venuto un atteggiamento di condivisione e solidarietà sulle posizioni espresse, ma si è comunque andati avanti imperterriti e incapaci di arrestare il “treno in corsa”. Si è giunti quindi alla conclusione di dire basta all’accettazione passiva di ogni logica demolitrice del bene comune facendo sentire più forte ed autorevole la voce degli addetti ai lavori. È emersa la proposta, subito accolta, di inserire nel Comitato almeno un rappresentante per ogni Corso Serale. Non sono mancate proposte e disponibilità a passare a forme di lotta più incisive. Il presidente ha invitato tutti a sottoscrivere l’Appello sul blog del Comitato ed a lasciare i propri riferimenti allo scopo di allargare la rete delle scuole serali in lotta. I dirigenti della GILDA hanno manifestato l’intenzione del Sindacato di continuare ad occuparsi del problema dichiarandosi fin d’ora disposti ad organizzare ulteriori incontri.

NOI RIVOLGIAMO UN ACCORATO INVITO A TUTTI I COLLEGHI, CHE SI IDENTIFICANO NELL’AZIONE DI QUESTO COMITATO, A RIPETERE L’ESPERIENZA FATTA A BARI CERCANDO, CON L’AIUTO DEI SINDACATI CHE CI STANNO, DI ORGANIZZARE ASSEMBLEE TERRITORIALI ALLO SCOPO DI FAR LIEVITARE IL DIBATTITO A LIVELLO NAZIONALE PER FAR SENTIRE POTENTE LA NOSTRA VOCE.