DELLA SCUOLA IL SENTIMENTO
E' il sentimento il fil rouge di questo scritto, il sentimento che riveste varie sfaccettature della dignità e della professionalità dei docenti della scuola serale; sfaccettature che oscillano fra l'incapacità di comprendere obiettivamente le motivazioni di provvedimenti del tutto opinabili, la conseguente indignazione e il desiderio sempre più prepotente che predomini il buon senso.
La scuola italiana ha vissuto varie pagine, ha visto operare al suo interno importanti cambiamenti, notevoli sperimentazioni, molteplici progetti; il tutto finalizzato al suo miglioramento.
Fra i suoi meriti forse il più considerevole è stato la qualità della formazione. E’ proprio l’offerta formativa il fiore all’occhiello della scuola italiana ed in essa un accento particolare merita la scuola serale che non è una sottospecie culturale, bensì una realtà che in nome del diritto allo studio offre l’opportunità di conseguire un titolo di studio a chi non ha avuto, per mille ragioni, la possibilità di (godere) esercitare tale diritto nei tempi dovuti e quindi di acquisire una adeguata formazione culturale.
Gli utenti di tale realtà sono persone che lavorano e che coniugano all’impegno lavorativo quello scolastico. Fra di loro vi sono anche studenti stranieri. Non mancano, inoltre, coloro che, già in possesso di un altro titolo di studio equipollente, tentano di arricchire le loro competenze professionali in altre specializzazioni allo scopo di proporsi al mercato del lavoro con maggiore flessibilità.
La provenienza delle classi è eterogenea, ma il quid che accomuna gli studenti dei corsi serali è uno solo: la forte motivazione, chiaramente manifestata, di promozione culturale e di riscatto sociale raggiungendo competenze di grande spessore. Questo desiderio è un sentimento profondamente sentito e condiviso da chi crede in questo valore, da chi opera come docente che dai discenti, quasi ogni sera, apprende la fatica di vivere onestamente e di perseguire dignitosi obiettivi. (Sono proprio questi docenti che rappresentano la scuola serale e la sua considerevole offerta formativa).
La finanziaria 2007 ha parlato di riordino della scuola serale, fino a proporre con regolamenti successivi tagli inspiegabili ed accorpamenti improponibili, istituendo i CPIA che mortificano inevitabilmente il diritto allo studio e stravolgono del tutto la natura dei corsi serali.
In tutto questo che ruolo hanno rivestito i sindacati?
I docenti del serale non sono stati affatto rappresentati, sono stati chiamati solamente a partecipare ai vari scioperi, senza che si intravedessero reali prospettive.
Da più parti emerge la convinzione che essi abbiano grossi interessi a privilegiare la formazione professionale regionale, così come il governo è proiettato a prediligere l’implementazione delle scuole private e/o di recupero.
E’ doveroso quindi che i docenti della scuola serale, indipendentemente dalle iniziative intraprese dagli studenti, si organizzino seriamente, facciano fronte comune, siano pronti a ricorrere legalmente ai TAR, convinti come sono della validità dell’offerta altamente formativa della scuola serale e ne difendano l’esistenza (e non una debole sopravvivenza) con sentimento e passione.
prof.ssa Elvira Loporchio
(docente di Italiano e Storia presso il
corso serale “SIRIO” dell’ITIS “Marconi” di Bari
e membro del direttivo del Comitato)