sabato 26 maggio 2007

CORSI SERALI : UNA MORTE ANNUNCIATA

Quanto si va delineando in tema di riordino dei Corsi Serali e di costituzione dei Centri Provinciali per l’istruzione degli adulti, prevista dall’articolo 1 comma 632 della legge 296/06 (Finanziaria 2007), merita una attenta riflessione da parte di tutti i cittadini, ancor più da parte degli operatori della scuola ed in particolare di chi, come il sottoscritto, ha a cuore l’esaltante esperienza che vive tutti i giorni col proprio lavoro a contatto con i propri studenti-lavoratori, gente seria che si sacrifica e si impegna con l’unico fine di promuovere la propria crescita umana in termini di conoscenze, competenze, capacità e dignità.

Innanzi tutto si può notare come un cambiamento epocale del genere che, qualora dovesse affermarsi con le proposte emerse finora, porterebbe alla definitiva scomparsa della Scuola Serale, della sua esperienza e della sua storia, viene promosso da un articolo di Legge Finanziaria (e non con altro mezzo legislativo più idoneo) quasi a dire: “Al di là di chi siete, cosa fate e se fate bene o male, quello che più ci interessa è quanto costate!”.
Se solo si pensa a questo suona stonato e ipocrita il richiamo, presente nello stesso comma, agli obiettivi qualitativi fissati dall’Unione europea per l’istruzione della popolazione adulta.
Ma lo strumento legislativo scelto si pone anche come massimo esempio in termini di democrazia negata e mancata richiesta di “consenso partecipato” alle decisioni. Tutti noi ricordiamo le continue altalene che si sono fatte, per giorni e giorni, sugli articoli della finanziaria sotto la pressione delle varie lobby, il nostro articolo passò in silenzio, inosservato e, grazie al voto di fiducia, divenne legge senza un minimo di discussione, non solo tra gli addetti ai lavori, ma neanche in Parlamento.
Se questo è un esempio dell’alto livello di partecipazione democratica, che aveva promesso il Centro-Sinistra prima di andare al Governo, non c’è da stare allegri!
Nell’ultimo periodo del comma 632 si affida la riorganizzazione prevista ad un futuro decreto del Ministro della Pubblica Istruzione sentita la Conferenza Unificata. Quindi, non posso fare a meno di pensare, mentre scrivo, che qualcuno stia lavorando alla stesura di questo decreto magari tenendo conto delle indicazioni delle parti sociali. Già! Cosa dicono i nostri Sindacati?
Vi riporto in calce la posizione di FLC CGIL, CISL SCUOLA e UIL SCUOLA, apparsa su un documento unitario dello scorso mese di marzo, a proposito di Scuole Serali:
“Per quanto attiene ai cosi serali sollecitiamo un intervento complessivo sull’organizzazione e sull’ordinamento degli stessi. Tenendo in dovuta considerazione l’introduzione del biennio unitario e la tipologia dell’utenza dei corsi serali è necessario prevedere modalità organizzative che permettano significative abbreviazioni dei percorsi e piani di studio adeguati alle specificità di tali corsi che non possono essere la semplice ripetizione dei corsi del mattino. Il riconoscimento dei percorsi POLIS va in questo senso e può diventare un importante punto di riferimento in questa operazione di revisione”.
Traducendo dal “sindacalese”, i nostri Rappresentanti Istituzionali propongono sostanzialmente un annacquamento dei piani di studio dei Corsi Serali e una riduzione delle ore e degli anni di corso.
In altra parte del documento, non vedono l’ora che nascano i famosi Centri Provinciali auspicandone il proliferare e chiedendone più di uno nelle province più grandi.
Notevole il consiglio, per la didattica, di seguire la strada dei “percorsi POLIS”. Cosa sono i “percorsi POLIS”?
POLIS è l’acronimo di Progetto di Orientamento Lavorativo e Istruzione Superiore. Si tratta di una sperimentazione didattica, effettuata soprattutto al Nord ad opera dei CTP (esempio CTP di Settimo Torinese), per mezzo della quale si è creduto di dare risposte a particolari esigenze formative mediante corsi “veloci” ed una didattica “modulare”.
Se volete approfondire o semplicemente farvi un’idea più completa di quanto si propone nei POLIS è sufficiente che digitiate, su qualsiasi motore di ricerca (esempio Google), le parole “POLIS DESCRIZIONE ANALITICA”; la prima voce “cliccabile” dell’elenco vi porta ad un documento “ESPERIENZA N. 219” di 31 pagine in cui “i Venditori del POLIS” decantano la loro merce presentandola come la soluzione unica per somministrare (quasi endovena) la cultura e l’istruzione agli adulti in modo “soft” e “senza sforzo” e si propongono (pericolosamente) come alternativa ai Corsi Serali anche, e soprattutto, ai progetti SIRIO e ALIFORTI. Da esperti venditori decantano la loro merce nascondendone i difetti più o meno occulti e gettando, ad arte, insinuazioni ed ombre su coloro che vedono come concorrenti.
Per esempio, in tale documento, si dice:
“… L’offerta dei serali, anche negli indirizzi sperimentali Sirio e Aliforti, resta troppo rigida, per lo più quinquennale, e non riesce a valorizzare in pieno quanto i soggetti adulti hanno appreso nel corso della loro vita sociale e di lavoro…; i due terzi di coloro che si sono cimentati con il rientro nella scuola o nell’università hanno fallito, non conseguendo il titolo di studio che si erano riproposti”.
Ora, chi come me opera in un Corso Serale “Progetto SIRIO” può facilmente rigettare questa accusa di “rigidità” e “mancata valorizzazione dei crediti” semplicemente menzionando l’elenco delle attività quali le innumerevoli riunioni in cui si valutano titoli e si accertano, per colloquio, le conoscenze già possedute dai nostri futuri utenti proprio allo scopo di valorizzarle riconoscendole come crediti che consentono di fatto la riduzione del loro impegno orario nel processo formativo. Le nostre classi sono ricche di individualità diversificate per età e personalità e ci adoperiamo in ogni modo, recuperando ogni scampolo di tempo disponibile, e con vari mezzi al fine del riallineamento e dell’omogeneizzazione per l’ottimizzazione dell’intervento didattico. Tutto ciò ci tiene impegnati in ogni periodo dell’anno scolastico perché non hanno scadenze né limiti temporali le richieste di rientro nel circuito dell’istruzione. È veramente offensivo accusare di rigidità chi lavora seriamente e coscienziosamente per offrire il massimo della flessibilità in un percorso stabile di cinque anni ma che nella maggior parte dei casi viene fruito per un periodo di uno, due o tre anni proprio perché, con “la valorizzazione” ed il riconoscimento dei crediti, i nostri utenti vengono inseriti in classi intermedie, ferma restando la possibilità, per chi volesse fruire di un corso di studi completo, di poterlo fare. Al termine di tale percorso i nostri alunni entrano in possesso di un VERO TITOLO DI STUDIO ricco di contenuti e pienamente valido per la partecipazione, con successo, ad ogni iniziativa di promozione e riqualificazione personale.
Ma i nostri “Venditori”, con evidente disonestà intellettuale, inseriscono nello stesso passo il riferimento alla percentuale di fallimento tratta dal “Primo rapporto nazionale sulla educazione permanente” dell’ISFOL col chiaro intento di addossare sui soli Corsi Serali un dato che nasce invece da un indagine svolta su un campione di tutto il panorama italiano dell’offerta formativa per gli adulti e in percentuale maggiore proprio dei CTP.
Tutto il documento dei nostri “Venditori” sembra improntato più che a descrivere l’esperimento POLIS a gettare fango sulla positiva esperienza dei Corsi Serali. Essi si propongono come scopritori, quasi inventori, della didattica modulare già praticata da anni nei Corsi Serali, nei quali, come accade nel Corso Serale “SIRIO” dell’ITIS “G. Marconi” di Bari, si cerca pure di andare oltre con l’uso di piattaforme telematiche come INDIRE proprio per rispondere alle esigenze di flessibilità. Ma la flessibilità da loro paventata ha più il sapore della precarietà del titolo di studio che vogliono offrire, o far finta di offrire, con un massimo di 1800 ore di lezione.
Però, la cosa più ridicola scritta da costoro (che si dicono esperti addirittura del modello androgogico di M. Knowles) è che il principale punto di debolezza del progetto POLIS sarebbe la forte resistenza degli Istituti Serali che lo vedrebbero come “rivale spietato”.
Questa è la migliore presentazione del progetto POLIS tanto raccomandato dai nostri Sindacati!
La Commissione Europea ha indicato come obiettivo prioritario dei Paesi dell’Unione di arrivare al 2010 con l’80 % della popolazione tra i 25 e 64 anni dotata di un titolo di studio di Scuola media superiore.
Visto il ritardo dell’Italia (ad oggi il 48,2 % di diplomati) noi abbiamo il forte e legittimo sospetto che si voglia risolvere il problema, come al solito, “all’italiana” semplicemente raggiungendo l’obiettivo magicamente con corsi simulati e diplomi regalati grazie all’istituzione di un centinaio di carrozzoni zeppi di poltroncine da assegnare. Poco importa se, nella futura statistica a livello europeo, dovesse risultare che tra tutti i diplomati dell’Unione quelli Italiani sono i più incompetenti.

Vigiliamo e lottiamo contro il criminale tentativo di uccidere i Corsi Serali!!!

a cura del prof. Nazzareno Corigliano, portavoce del coordinamento

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