venerdì 29 ottobre 2010

SUL REGOLAMENTO, LE COMMISSIONI PARLAMENTARI ACCELERANO!

a cura di Nazzareno Corigliano*


Il 20/10/2010, in 7ma Commissione Istruzione del Senato, è stato approvato con condizioni lo schema di parere proposto dal relatore durante la seduta del giorno prima (19/10/2010). Eccovi il link per accedere allo schema di parere approvato: SCHEMA DI PARERE.

Invece, per la lettura dei vari interventi della seduta del 19 dovete cliccare su: INTERVENTI. Potete poi leggere le dichiarazioni di voto della seduta del 20 cliccando su: DICHIARAZIONI DI VOTO .

Nella giornata di Mercoledì 27 ottobre è stata ripresa invece la discussione del regolamento in 7ma Commissione Cultura della Camera dei Deputati. Non ci sono stati interventi (la discussione è stata rinviata) ma solo la presentazione della proposta di parere (anche questo con condizioni) da parte della relatrice, on. Valentina Aprea, di cui vi proponiamo il link: PROPOSTA DI PARERE DEL RELATORE.

Alla luce della documentazione che vi abbiamo proposto, ci sentiamo di affermare, in positivo, che finalmente si comincia a discutere seriamente la portata del provvedimento e le sue possibili nefaste conseguenze tra le quali quella di portare a morte certa la scuola serale. Avremmo voluto una maggiore corrispondenza tra le parole dette, le osservazioni espresse e gli atti compiuti. Ad esempio, avevamo giudicato giusti ed ineccepibili i rilievi tecnico-economici espressi dal Senatore PITTONI (LNP) che, sostanzialmente senza aver risolto nessuno dei dubbi da esso stesso sollevati, “a nome del suo gruppo esprime voto favorevole”. Quindi c’è la LOGICA e la logica di gruppo e dell’interesse politico-partitico (secondo voi, quale logica vince in Italia?).

Comunque giudichiamo positivo frutto di tale dibattito alcune condizioni espresse dalle Commissioni.

Tuttavia dobbiamo rilevare che non sono state poste le condizioni principali necessarie a disinnescare il potenziale devastante del Regolamento in questione. Infatti non si pongono condizioni correttive all’assurda pretesa di ridurre al 70% delle ore del diurno quelle dei corsi serali nei CPIA, cioè solo 23 ore. Come si può pretendere l’aumento della qualità con questo enorme ed assurdo taglio! Si dà per innovativa la pratica del riconoscimento di crediti comunque acquisiti dall'adulto in contesti formali, informali e non formali quale metodo per giustificare l’accorciamento dei percorsi scolastici mentre, invece, tale pratica è normalmente in uso da anni nei corsi serali progetti SIRIO ed ALIFORTI.

Nessuna condizione correttiva è stata posta per scongiurare errate interpretazioni che possano portare dal concetto di periodo a quello di annualità riducendo, inopinatamente, gli anni di corso da cinque a tre per il conseguimento del diploma.

Ancora, nessuna condizione correttiva viene chiesta per impedire l’impossibilità di iscrizione a chi è già in possesso di un altro diploma contrariamente alla logica che vorrebbe lo Stato facilitatore di qualunque processo di riqualificazione professionale.

Inoltre, va bene ridurre a 15 anni l’età minima per l’iscrizione, ma perché porre il limite di 65 anni quale età massima? Non ci si doveva impegnare per “l’istruzione in tutto l’arco della vita”? Perché abbiamo deciso che la vita finisce a 65 anni?

Meno male che ci siamo accorti di spostare la data di cessazione dei corsi serali al 2013, altrimenti si sarebbe corso il rischio di chiuderli senza avere nemmeno i CPIA. Ma non è meglio lasciarli comunque aperti, soprattutto quelli che funzionano (possiamo dimostrare al Senatore DE ECCHER) e funzionano piuttosto bene !?

Forse queste condizioni avrebbero snaturato il vero obiettivo del provvedimento che, secondo noi, continua ad essere solo quello dell’ennesimo TAGLIO ALLA SCUOLA PUBBLICA. Ma allora per una volta lo si dica CHIARAMENTE e ONESTAMENTE senza raccontare la ridicola storiella del miglioramento della qualità dell’istruzione degli adulti!

* presidente del coordinamento nazionale per la difesa e la promozione delle scuole serali pubbliche, docente presso le scuole serali nella secondaria superiore.

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